Cucina

I 90 anni della Raffa, tra rognone, manzo all'olio e una saletta silenziosa

L’attività è guidata da Angiolino Pinzoni nel ricordo della signora Antonietta, indimenticata regina della cucina
Il ristorante La Raffa in corso Magenta - Foto Gabriele Strada/Neg © www.giornaledibrescia.it
Il ristorante La Raffa in corso Magenta - Foto Gabriele Strada/Neg © www.giornaledibrescia.it
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Nel ristorante con cent’anni di vita si respira un’aria di accoglienza familiare, ci si sente al sicuro, amici. Incastonato nell’ultima parte nordista di corso Magenta, prima del gran corso Zanardelli, la Raffa vive una gestione lineare da novant’anni, sempre della stessa famiglia e adesso è il «raf-finato», per stile e per nome, Angiolino Pinzoni, a tagliare il traguardo di un decennio di gestione prima del secolo con i suoi bei 84 anni. La Raffa è una storia di ospitalità, di ospiti appartenuti e appartenenti a ogni ceto sociale, dai ministri ai capitani d’industria, dai leader del sindacato ai vertici delle associazioni, molti gli avvocati.

Cosa mantiene il fascino della Raffa, quando, di questi tempi, spesso la ristorazione cede alla crisi e al cambio delle mode? Resiste ed è amata per via di un ambiente riscaldato da un’urbanistica larga, in grado di spaziare diritta, a destra e a sinistra. Per cui se quel giorno vale il sottovoce c’è la saletta di un dipinto storico di Stagnoli, di per sé prudente e silenziosa, un’astrazione introvabile. Se, invece, vuoi metà voce e metà sguardi parlanti, allora ti metti sotto il più gran dipinto di Togni, le Conche valsabbine ringiovanite dai cespugli dei rododendri più rossi del Novecento.

Le persone e le loro abilità a parlare quel tanto bastevole, non di più, e le leccornie uscite dalle mani di queste voci regolano il gusto di un’offerta materna con interventi mai stravolgenti figli delle manie televisive e del radicalismo proibizionista. Qui le cervella e il rognone e il manzo all’olio non si spingono via se nel piatto compare la nuova-antica salsa della signora Antonietta Giacomelli, la madre, l’amata per eccellenza e terapeuta di cucina e di anime: ti veniva incontro immaginando lo stato dell’umore e ti garantiva amicizia. Ogni tanto, prima di sedersi quasi tra gli ospiti, uscendo dalla cucina guadagnava un applauso. Se n’è andata qualche anno fa e manca a tutti, anche se gli ospiti delle generazioni sostengono di ascoltare sempre la sua voce accanto alla gentilezza curata del suo Angiolino.

Buon compleanno alla Raffa e ai figli e ai nipoti della Raffa, cento, sempre, di questi giorni.

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