Cucina

È l'ora dei ficarazzi: succosi fichi d'India del nostro Meridione

Originari del Messico, hanno trovato proprio in Sicilia il luogo ideale per la più fruttuosa coltivazione europea
Fichi d'India - Foto di repertorio
Fichi d'India - Foto di repertorio
AA

L'estate volge al termine, ma i banconi del verduraio non accennano a ridurre le loro tentazioni. Anzi. Proprio quest'ultimo scorcio del periodo più caldo dell'anno regala infatti una pletora di frutta e verdura che ha pochi eguali nel resto dell'anno. Tanto che, in quest'abbondanza di invitante offerta, rischia di perdersi qualcosa, come ad esempio un frutto raro, dolce, saporito e dalle molte virtù nuritive qual è il fico d'India.

Eppure, proprio in queste settimane settembrine arrivano abbastanza copiosi pure sui nostri mercati i migliori ficarazzi (così li chiamano spesso in Sicilia e Calabria), quelli dalla buccia rossa e arancione con la polpa color rubino intenso e spesso segnata da scure striature violacee.

Frutto dunque pienamente degno oggi di Stagioni in tavol@, da maneggiare con cura, non solo per la presenza non rara di molti aculei sulla sua ovale superficie, ma pure per la delicatezza della piena maturità, che ne sconsiglia la conservazione in frigorifero oltre poche giornate.    

IL PARERE DELL'ESPERTO. Originario dell'America Centrale, era prezioso e considerato sacro dalle popolazioni pre-colombiane che l'hanno commercializzato per millenni. In particolare aveva un ruolo significativo in Messico, tra gli Aztechi che non a caso avevano chiamato la loro capitale Tenochtitlan (ovvero fico d'India su una roccia) l'attuale Città del Messico. Un retaggio che è rimasto vivo fino ai giorni nostri, non solo perchè il Messico è ancor oggi il maggior produttore mondiale di queste bacche dolcissime, ma anche perchè proprio il fico d'India appare tra gli stemmi disegnati al centro della bandiera messicana.

In Europa è arrivato con Cristoforo Colombo tra il XV e il XVI secolo ed il nome si deve proprio alla confusione geografica diffusa in quel periodo. Grazie alla sua caratteristica di pianta infestante, il fico d'India con le sue grandi "pale" dalla forma ovale schiacciata si è rapidamente diffuso in tutta l'area del Mediterraneo, dalla Spagna a Malta, trovando alfine la sua più accogliente terra d'elezione in Italia Meridionale, tra Basilicata, Calabria, Sardegna e Sicilia.

Ed oggi non a caso è proprio la Sicilia il maggior produttore europeo, con cultivar pregiate nella zona occidentale, con la palermitana valle del Torto e la valle del Belice tra Palermo, Trapani e Agrigento, nonchè l'interna provincia di Enna, pur se le produzioni tutelate dalla Dop sono concentrate nel Catanese, tra San Cono e le pendici dell'Etna

Graditissimi al gusto, i ficarazzi sono pure uno straordinario concentrato di benessere e virtù nutrizionali: molte le vitamine contenute, a cominciare dalla C, così come i sali minerali quali calcio, fosforo, potassio e magnesio. Tutti elementi che ne fanno un alimento essenziale per ogni dieta, pure per il limitato contenuto calorico (circa 55 calorie ogni 100 grammi), mentre acclarati sono i benefici antiossidanti, digestivi (in particolare contro la stipsi grazie alle fibre) e depurativi: più d'uno studio ha infatti dato base scientifica alla credenza popolare che vuole il fico d'India tra i migliori ausili per liberarsi rapidamente dei postumi d'una sbornia.

LA RICETTA. Nelle terre dov'è tradizionalmente coltivato il fico d'India entra disinvoltamente in ogni capitolo dei ricettari, anche perchè sono commestibili non solo i frutti, bucce comprese, ma pure i fiori e le verdi grandi "pale" (lessate a listarelle e poi messe sott'aceto o grigliate e condite, con un sapore tipico che ricorda un po' le taccole).

Per questa ragione, grazie soprattutto alla tradizione gastronomica regionale siciliana, non sarebbe difficile costruire un menù completo, dall'antipasto al dessert, comprensivo di insalate miste, pasta, riso, carne, pesce, dolce e liquore con l'immancabile, caratterizzante presenza dei fichi d'India in ogni portata.

E a quel riccco e goloso bagaglio ci rifacciamo per la ricetta di oggi, un primo piatto estivo di originale, gradevolissimo impatto gustativo: la pasta lunga con alici e fichi d'India. Per mezzo chilo di spaghetti vi basteranno tre fichi d'India ben maturi - che priverete della buccia, sminuzzerete e metterete nel passaverdure per togliere agevolmente i semi (sono commestibli, ma per questa ricetta non servono) - e 250 grammi di alici fresche alle quali toglierete la testa, la coda, le interiora e la lisca centrale prima di sminuzzarle grossolanamente.

In una padella fate rosolare in olio uno spicchio d'aglio o uno scalogno tritato, unite le alici sminuzzate insieme a tre cucchiai di vino bianco secco e lasciate sul fuoco basso per qualche minuto. Quindi aggiungete la polpa dei fichi d'India, salate, pepate e fate cuocere per una decina di minuti. A parte, in una pentola con abbondante acqua salata portate a tre quarti di cottura gli spaghetti prima di scolarli e passarli per la finitura nel sughetto di alici e fichi d'India, opportunamente bagnato con un po' d'acqua di cottura. Servite cospargento con pantrito tostato e formaggio grana grattugiato la pasta già ben condita: sarà una vera leccornia.    

   

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia