Avocado dalla Sicilia: il Tropico arriva fin sulla porta di casa

È abbastanza diffusa in Italia e in Europa la motivata perplessità a consumare frutta tropicale, invitante, dolcissima ma che inevitabilmente sconta spesso un lunghissimo viaggio per approdare sui banchi del nostro fruttivendolo di fiducia. Domanda e vendite crescono così soprattutto nella stagione più fredda, per l'inevitabile carenza dell'offerta di frutta più tipica delle nostre latitudini.
Ma da ormai più d'un lustro - fors'anche per il mutamento climatico e l'innalzamento effettivo delle temperature nell'area del Mediterraneo - hanno avuto pieno successo anche in Sicilia alcune coltivazioni, prima sperimentali poi di ampia e piena produttività commerciale, di numerosi frutti tropicali.
È il caso del verde, dolce e tenero avocado, leccornia centramericana per eccellenza, che proprio in queste settimane arriva al migliore stato di maturazione nella maggiore isola italiana, soprattutto nell'area vulcanica tra le pendici dell'Etna e il mar Ionio, tra Messina e Acireale. Qui un affiatato gruppo di giovani agricoltori ha saputo rinnovare con questa nuova sfida le tradizionali coltivazioni locali di famiglia, impiantando meno di dieci anni fa gli alti arbusti dell'avocado e scegliendo spesso di allevarli in regime biologico certificato.
Col risultato che in poche ore oggi possiamo avere anche sulle nostre tavole (ma pure nel resto d'Europa) frutti tropicali di assoluta freschezza e alta qualità, per nulla stressati dal viaggio, sodi e maturi al punto giusto. Un motivo in più per inserirli proprio ora nella dispensa di Stagioni in tavol@.
IL PARERE DELL'ESPERTO. Sono almeno una ventina le varietà di avocado conosciute, tutte originarie delle zone centrali delle Americhe, tra Messico e Guatemala, dov'erano da sempre coltivate dagli Aztechi ben prima dell'arrivo di Cristoforo Colombo. Ed è proprio in quell'area, ampliatasi sino a California, Cile e Perù (con sporadiche colonizzazioni in Kenia e Indonesia) che è ancor oggi concentrata la maggiore produzione,
Per molto tempo è stato considerato poco più d'una curiosità esotica, ma da un ventennio dietologi e nutrizionisti ne hanno valorizzato le qualità, contrbuendo all'aumento dei consumi che in alcune zone del mondo, come gli Stati uniti, sono quasi decuplicati. Più d'uno ha parlato di moda, come per altri superfood, ma in questo caso i benefici certificati non sono pochi.
C'è innanztutto la presenza in gran quantità in ogni frutto di acidi grassi mono-insaturi (simili a quelli dell'olio d'oliva e delle frutta secca) che hanno un rapido effetto sulla riduzione del colesterolo, e dunque agiscono sulla salvaguardia dell'apparato cardiocicolatorio e la regolazione della pressione arteriosa. Notevole anche l'apporto d'una infinita serie di vitamine (A, B1, B2, D, E K e altre ancora) e di sali minerali, soprattutto calcio e potassio. Aiuta inoltre la digestione, grazie alle sue fibre, ed è astringente, contrastando ad esempio la dissenterie.
Non sono molte le persone allergiche all'avocado e talvolta lo è chi è intollerante al lattosio o fatica a digerire anche banane e kiwi. L'unica vera controindicazione è pertanto l'alto apporto calorico, che certo contrinbuisce alla gradevole sensazione di sazietà, ma, se non ci si sta attenti può portare brutte sorprese sulla bilancia.
LA RICETTA. Prima ancora di entrare in cucina e decidere come prepararlo, occorre acquistare solo gli avocado al giusto punto di maturazione. E per riconoscerli basta premere leggermente la buccia tastandone la resistenza. Se il frutto infatti è duro significa che è ancora acerbo, se è molle invece è troppo maturo: va scelto quello non troppo duro e non troppo molle. Facile no?
Va quindi ricordato che l'avocado si gusta e si apprezza, anche per avere il pieno dei suoi benefici, quasi esclusivamente crudo. Ma, nonostante questa limitazione entra in molti piatti, sia dolci sia salati e, con la sua salsa più nota, il guacamole, accompagna carni, pesce e verdure.
La nostra proposta di oggi abbina proprio avocado in leggera salsa guacamole con una gustosa tartara di carne bovina, magari da un taglio di Fassona piemontese ben frollata, meglio se scottona, ovvero di una vacca giovane che non ha mai partorito.
Innanzitutto preparate l'avocado che avrete scelto con grande cura: tagliatelo a metà per il lato lungo, liberatelo del grosso seme interno e con l'aiuto d'un cucchiaio prendetevi tutta la polpa e ponetela in una terrina, gettando via la buccia. Bagnate a questo punto la polpa con il succo di un lime, unite mezzo peperoncino tritato, pochissima cipolla e un cucchiaio di yogurt. Con una forchetta schiacciate la polpa d'avocado e amalgamate la salsa fino a farla diventare una poltiglia omogenea, il guacamole appunto.
A parte prendete la carne cruda ben macinata e lavoratela usando un cucchiaio con un filo d'olio, poche olive e capperi tritati, sale e pepe (e c'è pure chi aggiunge il turlo d'un uovo e una lacrima di Cognac, ma in questa preparazione sono aggiunte eccessive). Servite, magari con l'aiuto d'un coppapasta, mettendo uno strato di salsa sotto e la carne ben compattata sopra. Se volete, potete anche decorare il tutto con qualche fettina di avocado non lavorato e magari qualche sottile scheggia di grana.
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