Fuorisede a Brescia: com’è vivere in camere-sgabuzzino

Affitti alle stelle, abitazioni non a norma di legge, elettrodomestici mal funzionanti e camere grandi quanto uno sgabuzzino. Questa è la situazione di alcuni alloggi della città per gli studenti fuori sede, dove tra una perdita di acqua e prezzi alti, la vita diventa ingestibile.
Per qualcuno questa situazione «è abbastanza comune a tutte le città universitarie», per altri «non è una cosa all’altezza di una città ex capitale della cultura italiana».
La testimonianza
«La mia esperienza iniziale da fuori sede a Brescia non è stata per nulla positiva – racconta Martina (nome di fantasia), 24 anni, del Lazio –. La prima casa in cui ho vissuto si trovava in corso Garibaldi. Un quartiere che mi è parso molto tranquillo, in pieno centro».
Col tempo però sono emerse alcune problematiche: «Nel quartiere si sono verificati episodi di criminalità. Oltre ciò la casa aveva perdite d’acqua, ammaloramenti. E gli elettrodomestici erano mal funzionanti. Ovviamente tutto ciò lo vieni a scoprire dopo. Diversi proprietari scelgono di affittare le proprie abitazioni, pur sapendo che non sono consone, proprio agli studenti perché sanno che è più semplice».
Le difficoltà e i pregiudizi
Ci sono poi le difficoltà a trovare la casa.
Per qualcuno più che per altri. «Mi ci sono voluti nove mesi prima di trovare casa – A parlare è Nzale Sissa Rynelle Myllena, 21 anni, studentessa in infermieristica all’Università degli studi di Brescia –. Durante diverse telefonate è capitato che all’inizio i proprietari fossero propensi ad affittare. Ma non appena sentivano il mio nome, ecco che facevano un passo indietro. E al mio insistere “sono italiana, sono nata qui”, avevano sempre la necessità di sapere le origini. Inutile dire che poi non affittavano niente. Non voglio più che l’essere africana sia un limite nel trovare un tetto sotto cui vivere».
I collegi: un’opzione
Tra le opzioni di alloggio, c’è chi non si è affidato ai privati e ha scelto i collegi, come Linda Anelli, 23enne di Piacenza.
«Ho scelto di stare in un collegio perché cercare casa tra i privati era un’impresa impossibile: prezzi folli e scelta ridotta».

Linda è una studentessa di medicina al quarto anno dell’UniBs e vive nel collegio universitario di merito Luigi Lucchini di Brescia.
«È stata una scelta funzionale per quanto riguarda prezzi e benefici: la retta è agevolata, in base all’Isee familiare e le attività proposte sono tante. Ci sono laboratori di teatro, di fisica quantistica, di video making. Io, per esempio, ho imparato a suonare la chitarra classica e oggi mi esibisco nella band del collegio».
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