Violenza di genere, percorso rieducativo per gli uomini ammoniti dal questore

Il protocollo è stato sottoscritto questa mattina, sabato, in Questura a Brescia con l’associazione «Il cerchio degli uomini»
La sede della Questura in via Botticelli a Brescia - © www.giornaledibrescia.it
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Atti persecutori, revenge porn e violenza domestica: sottoscritto un protocollo che consente un percorso di recupero per gli uomini ammoniti dal questore. Questa mattinata, in Questura a Brescia, il questore Eugenio Spina ha sottoscritto un protocollo di collaborazione con l’associazione «Il cerchio degli uomini» (aderente alla rete «ReLIVE», Relazioni libere dalle violenze e che ha già sottoscritto il «Protocollo d'intesa per la costituzione di una rete territoriale interistituzionale contro la violenza di genere») per dotare anche la provincia di Brescia questo strumento convenzionale, che oggi è anche presupposto necessario per ottenere (decorsi tre anni dall’adozione) la revoca del provvedimento. Il protocollo entra in vigore immediatamente ed avrà validità fino a dicembre 2026.

Il provvedimento

Come noto, l’ammonimento è un provvedimento orale che, dal 2009, il questore può adottare (su istanza di parte o, sempre più spesso, anche di iniziativa) nei confronti di persone indiziate di atti persecutori, diffusione illecita di immagini o video sessualmente espliciti e soprattutto di condotte di violenza domestica, nella prospettiva di prevenire gli stessi reati.

La legge prevede che, quando il questore procede all’ammonimento, informi l’autore del fatto circa i servizi disponibili sul territorio (inclusi i consultori familiari, i servizi di salute mentale e i servizi per le dipendenze) finalizzati a intervenire nei confronti degli autori di violenza domestica o di genere.

L’associazione e il percorso

«Il cerchio degli uomini» ha nel tempo attivato una serie di progetti, integrati e condivisi con altri Enti istituzionali, finalizzati ad attuare strategie di contrasto e prevenzione del fenomeno di violenza domestica, di genere e della violenza virtuale, direttamente nei confronti degli
autori, offrendo percorsi trattamentali integrati «sulla consapevolezza del disvalore sociale del fenomeno, avvalendosi di un’equipe di lavoro multidisciplinare, formata da diverse tipologie di professionisti (counselor, psicologi, psicoterapeuti, sociologi criminologi, pedagogosti)», si legge nella nota della Questura.
Premesso che l’adesione al percorso rieducativo è volontaria, la Questura di Brescia, in sede di intimazione del provvedimento, fornirà all’interessato i recapiti del sodalizio, inviando alla stessa associazione i dati della persona ammonita.

L’associazione avvierà gratuitamente un percorso individuale o di gruppo, di natura psicoeducativa, diretto alla comprensione del disvalore sociale e penale dei comportamenti, della lesività delle condotte violente e prevaricatorie, con gli obiettivi di prevenirne la reiterazione e ridurre il rischio di reiterazione o recrudescenza.
 

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