In viaggio attraverso la città con tutti i mezzi disponibili

Nella Settimana europea della mobilità sostenibile abbiamo fatto un test dal Prealpino al centro di Brescia e da lì fino al Violino in bici, metro, auto e autobus per capire quanto ci si mette: ecco com’è andata
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In viaggio attraverso la città
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È la Settimana europea della mobilità. Da lunedì e fino a domenica sono in programma molte iniziative per promuovere il cambiamento «a favore della mobilità attiva, del trasporto pubblico e di soluzioni di trasporto pulite e intelligenti». Il clou, anche a Brescia, sarà il 22 con la giornata senza auto.

Ma è possibile vivere senza di essa o ridurne l’uso, a vantaggio anzitutto della qualità dell’aria (in attesa di una più ampia diffusione di veicoli a minor impatto ambientale)? Partiamo dal presupposto che l’Italia è il Paese in Europa con la più alta densità di vetture per abitante: 40 milioni su 60 milioni di cittadini. Questo perché? Fino a pochi anni fa, la cultura del mezzo pubblico - in termini di investimenti come di propensione all’uso - e di una mobilità dolce o sostenibile era poco diffusa. Forse non lo è ancora in modo adeguato. Anzitutto perché il nostro stile di vita è orientato dai tempi, spesso compressi.

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Tg Teletutto, Luca Chiarini racconta l'esperimento del GdB

L’esperimento

Ed eccoci allora al nostro test: il mezzo pubblico e quello... a trazione umana sono competitivi rispetto all’auto, anche in termini di rapidità degli spostamenti? Lo sono a Brescia, la città attraverso cui si spostano non solo i residenti, ma migliaia di persone di tutta la provincia? Per rispondere ci siamo immaginati una persona in viaggio dal Villaggio Prealpino alla centrale piazza Vittoria per una commissione veloce (pagare una bolletta, firmare un documento, un acquisto). Poi, nella simulazione, lo spostamento prosegue fino al Villaggio Violino (così da includere la più recente tra le novità in fatto di mobilità cittadina: il treno suburbano). Due viaggi per quattro soluzioni di viaggio distinte: metropolitana + treno, per l’appunto, bus, bici (nella fattispecie quella «condivisa», Bicimia) e, ovviamente, auto. Partenza fissata alle 12, orario generosamente scelto evitando quelli di punta.

La partenza

Pronti, via. Ci si trova alla stazione della metro Prealpino, ognuno sa cosa fare: Luca Chiarini guiderà fino in piazza, Salvatore Montillo prenderà il metrò, Sara Polotti si muoverà con Bicimia e io in bus. Tempo di scattare una «foto-documento», alle 12.01 ci separiamo. Il primo ad arrivare in piazza Vittoria è Luca, in auto, ma deve ancora scendere nel parcheggio. Riemerge esattamente quando arriva Salvatore. Sara lascia la due ruote nella postazione all’angolo tra via Porcellaga e via Verdi, alle 12.28, proprio mentre quando io scendo dal bus, ma in piazzetta Martiri di Belfiore.

Alla fine possiamo dire che, per questo tragitto, in fatto di tempi di percorrenza, auto e metro si equivalgono. Per la prima va calcolato il costo del carburante (circa un euro secondo viamichelin.it) e del parcheggio; per la metro c’è solo il biglietto di 1,70 euro. Per gli altri mezzi lo scarto è ininfluente; Sara peraltro non ha speso nulla, io gli stessi 1,70 euro del biglietto tpl urbano. Dopo 10 minuti in centro, tempo concordato per la veloce commissione, ripartiamo verso via Re Rotari. Salvatore ci arriva in treno (1,50 euro la spesa preventivata). La stazione, inaugurata a dicembre 2023, è tra Borgo San Giovanni e Castegnato, lungo la Brescia-Iseo-Edolo.

  • Il viaggio da una parte all'altra di Brescia
    Il viaggio da una parte all'altra di Brescia - Foto Gabriele Strada Neg © www.giornaledibrescia.it
  • Il viaggio da una parte all'altra di Brescia
    Il viaggio da una parte all'altra di Brescia - Foto Gabriele Strada Neg © www.giornaledibrescia.it
  • Il viaggio da una parte all'altra di Brescia
    Il viaggio da una parte all'altra di Brescia - Foto Gabriele Strada Neg © www.giornaledibrescia.it
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    Il viaggio da una parte all'altra di Brescia - Foto Gabriele Strada Neg © www.giornaledibrescia.it
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  • Il viaggio da una parte all'altra di Brescia
    Il viaggio da una parte all'altra di Brescia - Foto Gabriele Strada Neg © www.giornaledibrescia.it

La medaglia della «Corsa del GdB» va a Luca: è lui, con l’auto (e altri 2 euro di benzina), ad arrivare per primo; in tutto, fermata in piazza compresa, ci ha impiegato 47 minuti. La seconda è Sara: pedalando (e senza spendere un euro), ci ha messo un’ora in tutto. Con metro+treno e bus, siamo a 90 minuti, ma Salvatore ha perso la coincidenza. Se così non fosse stato, sarebbe stato lui a tagliare il traguardo per primo.

Per tirare le somme: laddove c’è la «rotaia», il mezzo pubblico è molto competitivo. Per la bici, poi, il maggiore tempo di percorrenza è irrisorio, pochi minuti ammortizzabili anticipando la partenza. Tra l’altro, nel caso l’auto fosse rimasta imbottigliata nel traffico di via Milano, probabilmente, Sara sarebbe arrivata prima di Luca. E la classifica sarebbe risultata del tutto ribaltata.

In metro

(Salvatore Montillo)

Salvatore Montillo alla fermata della metro - Foto Gabriele Strada Neg © www.giornaledibrescia.it
Salvatore Montillo alla fermata della metro - Foto Gabriele Strada Neg © www.giornaledibrescia.it

Viaggiare su ferro non ha paragoni. Sarà pure un’opinione personale, ma indubbiamente, non c’è mezzo di locomozione più rilassante della metropolitana o del treno. Tempi morti non ce ne sono, visto che ogni momento può essere riempito con qualcosa di piacevole. E nella «gara» disputata con i colleghi, persa per il rotto della cuffia a causa di una coincidenza, ogni attimo è stato vissuto appieno ascoltando musica, leggendo o curiosando sui volti dei miei compagni di viaggio.

Dal Prealpino a piazza Vittoria impiego poco più di 20 minuti. Di questi, sei li trascorro in attesa dell’arrivo del treno, due dei quali persi facendo il biglietto alla macchinetta: costo 1.70 euro per 90 minuti di corsa. Sette le fermate che dividono il capolinea da piazza Vittoria, ognuna separata da un paio di minuti che servono per coprire il percorso e per la sosta. Nelle prime tre fermate ho viaggiato praticamente da solo. Per le prime tre fermate, con me sul vagone alla partenza ci sono un ragazzo e una donna, cui si sono unite nel frattempo un altro paio di persone, tutti stranieri. Europa è la fermata utilizzata dagli studenti dell’università e si vede dal numero di ragazzi con lo zaino in spalla che salgono sul metrò. Al mio arrivo in piazza Vittoria non vedo nessuno. Aspetto i dieci minuti concordati con i miei colleghi e, poco prima di ripartire, scorgo Sara che, in bici, arriva dopo di me. Corro a riprendere la metro. In stazione ho la coincidenza per il Violino alle 12.39. Arrivo purtroppo proprio mentre il treno sta partendo. Ne approfitto, quindi, per pranzare e leggere. Nel frattempo al binario 2 Ovest arriva il treno per Pisogne che si riempie di studenti diretti in Franciacorta. Riparto alle 13.22 (1,50 euro il costo del biglietto) e in sei minuti arrivo a destinazione.

Sono le 13.28, scorgo in lontananza Luca e Sara, arrivati prima di me. Fatti due calcoli mi rendo conto che, se non avessi preso la coincidenza delle 12.39, sarei arrivato per primo.

In autobus

(Elisa Rossi)

Elisa Rossi dopo aver preso l'autobus - Foto Gabriele Strada Neg © www.giornaledibrescia.it
Elisa Rossi dopo aver preso l'autobus - Foto Gabriele Strada Neg © www.giornaledibrescia.it

Dopo aver lasciato i colleghi alla stazione metrò mi dirigo a piedi alla più vicina fermata della linea 10, in via Zola, a 350 metri. Ci arrivo alle 12.06 e l’autobus sopraggiunge due minuti dopo. Avvicino la carta di credito, pago il biglietto e il mio viaggio comincia. Il mezzo non è affollato, posti liberi ce ne sono. Passiamo da via Conicchio, via Triumplina, l’autobus imbocca via Branze e percorre via Schivardi, via Ducco, via Crocifissa di Rosa, via Lombroso e la galleria Tito Speri. Alle 12.28, dopo 20 minuti esatti, ecco la mia fermata in piazzetta Martiri di Belfiore. Mi incammino verso piazza della Vittoria: alle 12.32 la meta è raggiunta.

Faccio un giro, bevo un caffè in un bar all’angolo con Corsetto Sant’Agata e, come da istruzioni, alle 12.42 sono pronta per il mio secondo viaggio, quello verso via Re Rotari. La fermata della linea 9 è in via Verdi, mi metto in attesa, la palina informativa dà come tempo d’attesa 9 minuti. Alle 12.54 ecco spuntare da via IV novembre il mezzo che mi accompagnerà in questo secondo viaggio, riparte due minuti più tardi, fatte salire tutte le persone; il mezzo è molto più affollato del precedente e qualcuno deve restare in piedi. Il percorso è lungo, tempo stimato una mezzoretta: percorriamo via Cairoli, via dei Mille, via Milano, via Manara ed entriamo a Fiumicello; via Nicolini e Bevilacqua, via Volturno (e cominciano a salire gli studenti del Fortuny), passiamo il Mella, imbocchiamo via Colombo, via Farfengo (e salgono altri studenti, forse del Marco Polo, che si domandano se convalidare o meno il biglietto), arriviamo alla clinica Sant’Anna ed entriamo al Villaggio Badia.

A questo punto, nonostante sia seduta, ho lo zaino di un ragazzo in braccio e non c’è posto più per nessuno. L’ultimo tratto del percorso ci porta in via Vallecamonica e, quindi, in via Re Rotari. Scendo davanti al civico 76, sono le 13.27. Tempo tre minuti arrivo, a piedi ovviamente, in stazione, 90 minuti dopo essere partita dal Prealpino. Sono l’ultima.

In automobile

(Luca Chiarini)

Luca Chiarini in auto - Foto Gabriele Strada Neg © www.giornaledibrescia.it
Luca Chiarini in auto - Foto Gabriele Strada Neg © www.giornaledibrescia.it

Dopo la partenza dal parcheggio scambiatore del villaggio Prealpino, un minuto dopo mezzogiorno, imbocco con la mia auto via Monte Lungo fino alla prima rotatoria, svoltando a sinistra su via Guglielmo Oberdan.

Percorro per intero via san Bartolomeo, proseguendo dritto lungo via sant’Eustachio e via Passarella, fino a costeggiare Campo Marte. A quel punto, dopo una svolta a destra, seguo il rettilineo che raccorda via Pastrengo, via Nicolò Tartaglia e via fratelli Ugoni, e che conduce a piazza della Repubblica.

Alla grande rotatoria svolto a sinistra, poi di nuovo lungo corso Martiri della libertà e via fratelli Porcellaga, prima della nuova svolta a destra che precede il parcheggio interrato di piazza Vittoria.

Controllo l’orologio: sono le 12.16. Tempo di percorrenza 15 minuti, in linea con le stime delle app di navigazione in condizioni di traffico normali. Stime che si sono rivelate accurate: lungo il mio tragitto non mi sono imbattuto in alcun rallentamento. La vera criticità di questo passaggio riguarda semmai la caccia al parcheggio, che di fatto impone la discesa nella struttura interrata.

Qui la durata della ricerca è estremamente variabile, e in orari di punta può rivelarsi particolarmente laboriosa. Io imbocco l’ingresso, trovo un posto in cinque minuti e riemergo in piazza.

Torno al piano dove ho appena lasciato l’auto e, agevolato dal Telepass appiccicato allo specchietto retrovisore, risparmio i secondi che avrei impiegato per l’operazione di pagamento alle casse automatiche.

Alle 12.31 sono pronto a ripartire: da via Dante mi ritrovo in via fratelli Ugoni, da qui costeggio il cimitero Vantiniano, m’immetto per un breve tratto in tangenziale Ovest; poi via Milano, via Valcamonica e infine via Re Rotari.

Lungo il percorso incrocio una dozzina di semafori, ma anche in questo secondo segmento non ci sono ingorghi a rallentare la mia marcia. Sono le 12.48, la disponibilità di parcheggi a pochi metri dalla stazione ferroviaria abbonda.

Arrivo per primo: in 42 minuti ho raggiunto la mia destinazione e, dopo poco più di un quarto d’ora, scorgo Sara far capolino dalla pista ciclabile. 

In bici

(Sara Polotti)

Sara Polotti in bicicletta - Foto Gabriele Strada Neg © www.giornaledibrescia.it
Sara Polotti in bicicletta - Foto Gabriele Strada Neg © www.giornaledibrescia.it

La partenza dalla fermata Prealpino va subito liscia: gli stalli di Bicimia sono pieni, e così posso sganciarne subito una. Sistemato il sellino (non comodissimo sulle lunghe distanze, va detto) imbocco via Stretta, evitando via Triumplina, più trafficata. La pista ciclabile è inizialmente in condivisione con la carreggiata, ma da via Veneto in poi è piuttosto comoda e sicura, soprattutto sul tratto recentemente ristrutturato: il sacrificio dei parcheggi piace sicuramente a chi usa la bicicletta ogni giorno.

In Piazza Vittoria – tappa intermedia concordata – ci arrivo alle 12.28: ero partita alle 12.05. Una ventina di minuti, quindi.

Bevuto un caffè e fatto una breve commissione, riparto alle 12.38, riprendendo la stessa Bicimia che avevo appena agganciato: anche qui, agli stalli accanto alla fermata della metropolitana, le biciclette non mancano.

La ciclabile Colombo-Volturno
La ciclabile Colombo-Volturno

La strada che ho scelto prevede di tornare un attimo indietro. Avrei potuto percorrere via Milano, oppure un’altra delle strade che vanno verso ovest, ma preferisco allungare di pochi minuti optando per via Volturno. Trovo che la pista ciclabile su questo tratto sia una delle più sicure della città: è separata dalla carreggiata in ogni suo tratto e soprattutto il sottopassaggio che porta al di là della tangenziale dà un senso di sicurezza molto forte, grazie alla staccionata e al guardrail che corre lungo tutta la salita e tutta la discesa.

Costeggio quindi per un breve tratto il Mella (un percorso molto piacevole: gli occhi riposano nel verde, per un momento) e riemergo alla rotonda di via Milano, prendendo via Vallecamonica fino all’incrocio che porta alla stazione Brescia Violino. Qui la pista ciclabile è ben segnalata, ma correndo direttamente sulla strada serve un’attenzione in più.

Raggiungo Luca verso le 13: accanto alla stazione del treno c’è un altro degli stalli di Bicimia, strategico per i pendolari e per chi vuole muoversi con i mezzi pubblici.

Suppergiù, per muoversi con la bici su questo tratto bisogna calcolare un’oretta. Senza dimenticare le tante variabili: la pioggia, il sole, il freddo e il caldo. E anche l’abbigliamento, per lavoro o per un’uscita.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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