Il vescovo: «Dobbiamo imparare a vivere in comunione e fraternità»
«Chi vive in comunione non teme le differenze, vince quel sospetto e quel senso di estraneità che creano separazione e distanza, non cede mai alla tentazione del pregiudizio». Per la festa del Corpus Domini, il vescovo di Brescia, Pierantonio Tremolada, ha rivolto alla città un messaggio incentrato su un concetto tanto importante per la Chiesa quanto per la società: la comunione.
«È anzitutto accoglienza reciproca – ha spiegato –, riconoscimento della dignità di ciascuno, rispetto e gentilezza nel modo di rapportarsi. È incrocio di sguardi che rivela a ciascuno il volto dell’altro con tutto il suo valore».
Dal sagrato del duomo, al termine di una partecipata processione partita dalla chiesa di San Giovanni, Tremolada ha ricordato l’importanza della ricerca di un’unione fraterna tra gli uomini: «La comunione trova la sua espressione più vera nella fraternità che è il vero nome della pace. “Ogni comunità diventi una casa della pace”, ha detto il papa in un messaggio a noi vescovi italiani durante un’udienza qualche giorno fa. Ogni comunità - ha continuato il vescovo - diventi una casa della pace dove si impari a disinnescare l’ostilità attraverso il dialogo».
La ricorrenza
La festa del Corpus domini richiama, per la Chiesa cattolica, la presenza reale di Cristo nell’Eucarestia. Venne istituita nel 1264 da papa Urbano IV con la Bolla «Transiturus». Prima della processione, alle 18, il vescovo ha presieduto la messa del Corpus Domini nella chiesa di San Giovanni Evangelista, seguita dall’adorazione eucaristica e dai Vespri solenni.
«L’eucarestia è il principio della comunione dei credenti – ha detto monsignor Tremolada –. Noi che la celebriamo e la portiamo per le strade della nostra città siamo un corpo solo. Siamo persone che conoscono la gioia di stare insieme: il mondo deve vederci come persone che vivono nella concordia».
Occorre dunque cercare quell’«unione dei cuori che genera la solidarietà». Solidarietà che altro non è che «il desiderio di rallegrarsi con chi è nella gioia e di soffrire con chi è nel pianto», lontano dagli egoismi: «A chi appartiene alla sua Chiesa il Signore raccomanda la fiducia reciproca, di gareggiare nello stimarsi a vicenda. Questa - ha commentato il vescovo Tremolada - è una delle caratteristiche più attraenti dello stile di vita di una comunità cristiana. L’invidia e la gelosia sono grandi nemici della comunione: dalla concordia si passa alla discordia e si diventa nemici gli uni degli altri». Come antidoto, «è importante nelle nostre comunità cristiane coltivare l’umiltà».
Infine, ha concluso il vescovo di Brescia, «una comunità cristiana che vive in comunione condivide la gioia: una vita felice, coraggiosa nel custodire la serenità anche nelle prove diventa la migliore testimonianza nostra anche per il mondo di oggi».
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