UniBs, finita l’occupazione nasce il «Collettivo Aula 2»

Un gruppo aperto che si propone di mantenere viva l’attenzione sulle tematiche emerse e di promuovere nuovi spazi di discussione libera all’interno dell’ateneo
  • Si è conclusa l'occupazione dell'aula 2 di Giurisprudenza
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Si è conclusa l’occupazione dell’aula 2 del Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università degli Studi di Brescia, iniziata il 6 ottobre da un gruppo di studenti e associazioni che avevano deciso di «bloccare tutto» per solidarietà con il popolo palestinese.

Gli organizzatori tracciano un bilancio di quella che definiscono «una settimana di confronto e formazione», annunciando la nascita del Collettivo Aula 2, che intende proseguire le attività «oltre l’occupazione» attraverso nuovi momenti di dialogo e approfondimento.

L’occupazione si è svolta «in modo pacifico e nel rispetto dei luoghi e delle normali attività del Dipartimento» e durante i giorni di autogestione sono stati organizzati incontri e dibattiti con docenti e realtà cittadine: tra gli ospiti il prof. Carlo Alberto Romano, la dott.ssa Donatella Albini, il Brescia Pride e il Collettivo Assenze Ingiustificate.

«Questo luogo ha permesso a soggettività eterogenee e transgenerazionali di ritrovarsi, da un punto di vista politico ed emotivo –  si legge nel comunicato, –. L’università può e deve essere un luogo di ascolto e solidarietà, in cui la partecipazione studentesca trova strumenti concreti di espressione».

Uno degli incontri organizzati durante l'occupazione © www.giornaledibrescia.it
Uno degli incontri organizzati durante l'occupazione © www.giornaledibrescia.it

Dal confronto tra studenti e attivisti è maturata la decisione di proseguire l’impegno con la creazione del Collettivo Aula 2, un gruppo aperto che si propone di mantenere viva l’attenzione sulle tematiche emerse e di promuovere nuovi spazi di discussione libera all’interno dell’ateneo.

«Questa occupazione è stata, è e sarà un atto di solidarietà e di resistenza – scrivono –. Dalle piazze siamo arrivati ai luoghi del sapere, di cui intendiamo riappropriarci. La Palestina ci ha liberati dall’individualismo e dal torpore dell’indifferenza: le dobbiamo lo stesso favore».

Con la chiusura dell’aula, il gruppo conferma l’intenzione di continuare a organizzare iniziative pubbliche dentro e fuori l’università.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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