Un anno di botte alla compagna: 42enne arrestato in Valtrompia

Alla marginalità e al degrado si è aggiunta la violenza. E l’intervento della Polizia Locale della Valtrompia, che ha ricostruito un anno di violenze e vessazioni, è arrivato a mettere un freno ad una situazione fuori controllo.
L’uomo violento, ora, si trova in cella sulla base di una ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal tribunale ed eseguita sabato pomeriggio.
I protagonisti
I due, un uomo pachistano classe 1982 e una donna cubana qualche anno più giovane, stanno insieme da circa un anno e mezzo, vivono in un parcheggio sotterraneo di Gardone Valtrompia e molto spesso sono annebbiati dall’alcol. Una situazione nota alle forze di polizia e segnalata più volte ai servizi sociali.
I loro volti sono diventati noti lo scorso agosto quando in un video, diventato rapidamente virale, si vedeva l’uomo che la prendeva a schiaffi in strada. Quello però è stato solo uno dei moltissimi casi di cui sono stati protagonisti negli ultimi mesi e a cui hanno assistito residenti del complesso, commercianti e anche operatori delle associazioni di volontariato.
L’intervento
La situazione è cambiata ad ottobre quando la pattuglia della Polizia locale della Valtrompia è intervenuta perché un passante aveva segnalato allarmato che un uomo stava prendendo a pugni una donna.
Sulle prime lei ha cercato di giustificare il compagno, ha raccontato di essere stata investita per spiegare i lividi che aveva in faccia. Solo quando un agente, con una scusa, l’ha allontanata dal compagno, ha raccontato delle percosse quotidiane che subiva, della gelosia morbosa nei suoi confronti. «Se sa che mi aiuti ci ammazza», ha detto tra i singhiozzi.
A quel punto la Locale ha raccolto tutte le segnalazioni e messo in fila gravi episodi che si sono susseguiti dall’estate del 2023: «Sono scesa nel parcheggio e ho visto la donna a terra e l’uomo che la prendeva a calci in faccia» è una delle testimonianze oppure «L’uomo la prendeva per i capelli per poterle dare delle sberle più forti in faccia». Un volontario che li aveva incontrati ha raccontato delle paure della donna, costantemente vittima di aggressioni e minacce, ma anche della sua incapacità di lasciarlo.
Rapporto tossico
Un rapporto tossico sotto ogni punto di vista. Nella coppia solo la donna possiede un telefono cellulare ma a chi la chiama risponde solo lui e controlla in modo ossessivo tutte le sue comunicazioni e le impedisce di chiamare chi desidera.
Una serie di episodi che, messi in fila, per Procura e Tribunale configurano i reati di maltrattamenti in famiglia e lesioni aggravate e che giustificano una misura di custodia cautelare in carcere da eseguire immediatamente. E così è stato.
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