Truffa ai danni della Ue per i fondi del Pnrr: arrestati due bresciani

Uno è finito in carcere, mentre l’altro è ai domiciliari. Sono 22 in totale le persone raggiunte da custodia cautelare nell'ambito dell’inchiesta della Procura di Venezia
Un cantiere: tra i settori interessati c'è anche quello dell'edilizia - © www.giornaledibrescia.it
Un cantiere: tra i settori interessati c'è anche quello dell'edilizia - © www.giornaledibrescia.it
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Uno è finito in carcere, con l’accusa di essere un riferimento del gruppo al centro dell’inchiesta, mentre l’altro è ai domiciliari perché considerato un prestanome. Sono i due bresciani nell’elenco dei 22 arrestati nell’ambito dell’inchiesta della Procura di Venezia che con la Guardia di Finanza ha scoperto una presunta truffa ai danni dell’Unione Europea sui fondi del Pnrr.

L’inchiesta

Oltre alle persone raggiunte da ordinanza di custodia cautelare, le Fiamme Gialle hanno sequestrato beni mobili ed immobili e crediti di imposta fittizi per oltre 600 milioni di euro. Sotto sequestro appartamenti e ville, importanti somme in criptovalute, Rolex, e Cartier, oro e auto di lusso tra cui Lamborghini Urus, Porsche Panamera e Audi Q8. Oltre agli inquirenti italiani - tra Veneto, Lombardia, Trentino Alto Adige, Friuli Venezia Giulia, Toscana, Lazio, Campania e Puglia - sono state coinvolte anche forze di polizia slovacche, rumene e austriache, sede di società utilizzate per riciclare il denaro.

«Le attività di frode, allo stato delle indagini attribuite al sodalizio criminale con il coinvolgimento di svariati prestanome e l’ausilio di quattro professionisti, hanno in una prima fase riguardato iniziative progettuali per decine di milioni di euro, finanziate attraverso i fondi sul Pnrr nell’ambito della Digitalizzazione, Innovazione e Competitività» spiega la Guardia di Finanza. Complessivamente sono oltre 100 le operazioni sospette segnalate.

I bresciani arrestati

Ruolo di primo piano lo aveva il bresciano di 61 anni arrestato a Treviso e residente in città. Accusato di associazione a delinquere avrebbe coordinato le società coinvolte per frodare l’Unione Europea. Era invece un prestanome il 46enne di Toscolano Maderno, da ieri mattina ai domiciliari. Aveva intestato società fittizie e da questa attività otteneva un tornaconto economico. Il gruppo, secondo le indagini della Guardia di Finanza di Venezia, avrebbe creato crediti inesistenti nel settore edilizio e per il sostegno della capitalizzazione delle imprese.

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