CronacaGarda

La Tav avanza veloce, ora i Comuni attendono (tutte) le opere promesse

Sui 48 km della linea oltre il 70% di binari è già posato, ma dai territori si moltiplicano le segnalazioni di disagi
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La fine dei lavori è sempre più vicina. Sui 48 chilometri della linea ad alta velocità tra Brescia Est e Verona si viaggia spediti verso l’ultimo tratto: oltre il 70% del binario è già posato e l’obiettivo è chiudere il cantiere entro il 2026, scadenza imposta dal Pnrr. Ma accanto a gallerie ultimate e viadotti operativi, non mancano dubbi e ritardi. Alcune opere compensative nei comuni attraversati – da Mazzano a Calcinato, da Lonato a Desenzano – risultano ancora ferme o incomplete. E mentre i lavori proseguono, le segnalazioni di disagi si moltiplicano: rumore, polveri, cantieri attivi. La linea corre, ma il territorio chiede conto delle promesse rimaste a metà.

Ad oggi, la costruzione delle opere ferroviarie è praticamente conclusa: gallerie, rilevati e viadotti sono già completati su quasi tutta la tratta. Particolarmente complesso il sistema delle gallerie di Lonato, lungo quasi 8 chilometri: lo scavo della galleria naturale è terminato da mesi e ora si lavora ai bypass di sicurezza e alla parte impiantistica.

A partire da aprile è entrata nel vivo la fase di armamento ferroviario: posa del ballast, delle traverse e delle rotaie, insieme agli impianti tecnologici. Da qui alla fine dell’anno dovrebbe essere completato anche questo tassello, permettendo l’avvio delle prove tecniche e dei collaudi che accompagneranno l’opera fino alla messa in esercizio, attesa per metà 2026.

Le voci critiche

In provincia di Brescia risultano concluse anche tutte le attività di demolizione e ricostruzione di cavalcavia e sottopassi, ad eccezione di quello in via Grezze a Desenzano, che è comunque già asfaltato e in fase di completamento. È stato invece attivato il bivio ferroviario di Mazzano, fondamentale per collegare la nuova linea con quella storica Milano–Venezia.

Parallelamente si lavora sulla viabilità: cavalcavia, rotatorie e percorsi ciclopedonali sono stati riaperti in gran parte del territorio. Ma non tutte le opere annunciate sembrano aver visto la luce. In diversi casi, le aree dedicate agli interventi compensativi sono ancora delimitate da reti di cantiere, e restano in attesa di realizzazione. Manca all’appello in certe aree anche l’installazione dei pannelli fonoassorbenti, fondamentali per contenere l’impatto acustico della nuova linea.

Non mancano dunque le voci critiche dal territorio. In più di una zona, ma in particolare a Calcinato, si segnalano cantieri non ancora chiusi, rumori e disagi continui, specie nei fine settimana. E la sensazione, per alcuni, è che alla velocità del treno non stia corrispondendo la stessa rapidità nella cura del contesto.

Il 2026, oltre a rappresentare la chiusura formale dei lavori, è anche la scadenza fissata a livello europeo per gli interventi finanziati con fondi Pnrr. Un orizzonte che non lascia spazio a proroghe. E che rende ancora più urgente completare anche ciò che non corre sui binari.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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