Cronaca

Cosa sono e come funzionano i taser delle forze dell’ordine

In Italia la sperimentazione è partita nel luglio del 2018: a Brescia è in dotazione al Radiomobile dei Carabinieri, alla squadra Volante della Polizia e alla Polfer
Un taser in dotazione alla polizia - Foto Ansa © www.giornaledibrescia.it
Un taser in dotazione alla polizia - Foto Ansa © www.giornaledibrescia.it
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In Italia sono attualmente circa cinquemila i taser in dotazione alle forze dell'ordine. Dopo la sperimentazione partita nel luglio del 2018, la pistola elettrica – che rientra nella categoria delle armi proprie – è stata affidata alla Polizia di Stato, ai Carabinieri, alla Guardia di Finanza e, dal 2022, anche agli agenti della Polizia locale. Il taser (l'acronimo sta per Thomas A. Swift's Electronic Rifle, dove Tom Swift è il nome del personaggio di un fumetto dell'epoca) è un'arma da difesa nata all'inizio degli anni Settanta come evoluzione dei manganelli elettrici. Il dibattito sull’uso dei dispositivi è tornato alla ribalta dopo che due uomini, a Genova e a Olbia, sono morti nei giorni scorsi per la scarica elettrica provocata dalla pistola.

A Brescia

In provincia di Brescia ogni pattuglia ha il taser, sia la radiomobile dei Carabinieri sia la squadra Volante della Polizia. E anche la Polfer è dotata della pistola elettrica, così come alcune Polizie locali sparse sul territorio. «Il Taser è un'arma non letale utilizzata in quasi tutti i Paesi del mondo con democrazie avanzate come la nostra – spiega Rosario Morelli, segretario generale Siulp Brescia –. È uno strumento che ha ormai quasi del tutto sostituito l'utilizzo delle armi da fuoco letali in dotazione individuale o di reparto alle forze di polizia. Dal momento in cui è stato utilizzato ha ridotto in maniera esponenziale il numero di feriti e conflitti. Il Siulp, giudica infondate, quando ideologicamente non condizionate, le affermazioni di chi definisce il Taser uno strumento di tortura».

Morelli aggiunge: «Il Taser è stato utilizzato dopo aver superato tutti i protocolli di verifica, compresi quelli sanitari. A Brescia sia le Volanti che la Polfer lo hanno da sempre utilizzato secondo i protocolli ministeriali evitando tantissime situazioni di pericoli per gli operatori e i cittadini».

Sicurezza

L’Associazione ad indirizzo sindacale pianeta sindacale carabinieri PSC Assieme si dichiara favorevole all’impiego della pistola ad impulsi elettrici, ritenendola uno strumento moderno, efficace e soprattutto utile per garantire ordine, sicurezza e tutela dei cittadini, oltre che un valido supporto per gli operatori delle Forze di Polizia.

«Non possiamo ignorare come, negli ultimi anni, la violenza nei confronti delle donne e degli uomini in uniforme sia in costante aumento. È dunque necessario fornire agli operatori mezzi idonei, alternativi e proporzionati all’uso delle armi da fuoco, in grado di ridurre i rischi tanto per i cittadini quanto per i carabinieri stessi», precisa il segretario generale della Lombardia PSC Assieme Alessandro Baldon

«PSC Assieme ribadisce che l’impiego della pistola ad impulsi elettrici non rappresenta un abuso – precisa Baldon –, ma uno strumento di difesa e di prevenzione che deve essere tutelato e sostenuto, senza lasciare spazio a interpretazioni che rischiano di criminalizzare chi svolge il proprio dovere in condizioni sempre più difficili.

La pistola

In Italia è affidata agli agenti ed ai militari che hanno seguito corsi di formazione specifici. La pistola emette una scarica ad alto voltaggio (circa 50.000 volt) e basso amperaggio, a partire da una normale batteria da 7,2 volt. In base alle linee guida del 2018 per il corretto utilizzo da parte delle forze dell'ordine, la distanza consigliata dal «bersaglio» è tra i tre e i sette metri. Ogni scarica dura circa cinque secondi. «Il taser – si legge nel documento – va mostrato senza essere impugnato per far desistere il soggetto dalla condotta» e «va estratto qualora necessario, ponendo in essere tutti quegli accorgimenti propri delle tecniche operative di base, quali la triangolazione in relazione alla fonte di pericolo e il rispetto delle linee di tiro e delle distanze di sicurezza. L'intervento va effettuato preferibilmente in presenza di un secondo operatore».

Uno dei nuovi taser in dotazione della polizia a Brescia
Uno dei nuovi taser in dotazione della polizia a Brescia

Inoltre, i puntatori laser del taser possono essere «indirizzati sul soggetto come deterrente» e può essere utilizzato il pulsante warning arc, «mostrando e facendo udire il crepitio dell'arco voltaico senza colpire il soggetto». Se l'azione di deterrenza visiva non produce effetto, l'operatore delle forze dell'ordine, «mediante pressione sul grilletto», può azionare l'arma. Le linee guida definiscono anche le precauzioni a cui gli agenti e i militari devono attenersi. La decisione di utilizzare l'arma deve «considerare per quanto possibile il contesto dell'intervento» e «i rischi associati alla caduta della persona dopo che la stessa è stata colpita».

Nel suo utilizzo, inoltre, deve essere tenuta in considerazione la «vulnerabilità del soggetto», come ad esempio uno stato di gravidanza o una disabilità motoria. Dopo ogni utilizzo – indipendentemente dalle condizioni fisiche in cui versa il soggetto colpito – va «sempre richiesto l'intervento di personale sanitario, che dovrà rilasciare una certificazione medica descrittiva».

Di seguito alcune precisazioni per capire meglio cosa sono e come funzionano i taser.

1) Cosa sono i taser?

Si tratta di pistole a impulsi elettrici, che sparano due elettrodi posizionati su piccoli dardi che possono arrivare a sette metri di distanza. In Italia il taser è classificato come arma non letale, che fa uso dell'elettricità per impedire al soggetto colpito di muoversi, facendone contrarre i muscoli. Il taser è anche considerato arma propria: significa che può essere venduto esclusivamente a chi possiede un porto d’armi

I taser sono stati inventati alla fine degli anni Sessanta, ma i modelli che permettono l’immobilizzazione totale di una persona sono stati progettati a partire dalla fine degli anni Novanta.

2) Quando sono arrivati i taser in Italia?

Dal 14 marzo 2022 i taser sono in dotazione alle forze di polizia. Se ne parla però dal 2014: in quell’anno era stato approvato un emendamento all’interno del decreto legge sulla sicurezza negli stadi per avviarne la sperimentazione da parte dei reparti mobili (l’allora ministro dell’Interno era Angelino Alfano). La sperimentazione è partita quattro anni dopo in 11 città con Matteo Salvini ministro dell’Interno.

3) In quali circostanze viene usato?

Il taser è a tutti gli effetti una arma in dotazione alle forze di polizia, anche se non letale. Per questo il suo uso è regolato dalle specifiche norme operative dei reparti che lo hanno in dotazione e deve comunque sempre rispettare una logica di proporzionalità rispetto al rischio e alla minaccia per l'operatore o una terza persona che si vuole contrastare. 

4) Perché si usa il taser?

Il principale obiettivo dell’impiego dei taser è la deterrenza. Per questo la pistola elettrica adottata in Italia è uno strumento giallo molto ben visibile. Si viene avvisati prima che venga utilizzato e produce un suono quando si arma. Dovrebbe insomma far desistere un soggetto aggressivo dall'avvicinarsi e colpire le forze di polizia. Viene utilizzato quindi solo quando l'effetto deterrente non è stato raggiunto: a differenza delle altre armi in dotazione, dovrebbe garantire il risultato praticamente senza danni per il soggetto da fermare.

5) Fa male alle persone?

In linea teorica il taser potrebbe provocare danni muscolari o interferire con alcune specifiche apparecchiature elettriche collegate al cuore in particolari tipologie di pazienti (come i cardiopatici), oppure impattare in maniera maggiore su fasce fragili con condizioni di salute più precarie, come le persone senza dimora, i tossicodipendenti o le donne in stato di gravidanza.

6) Perché proprio il taser e non un altro strumento?

Si tratta di uno strumento non letale impiegato dalle forze di polizia di tutto il mondo per immobilizzare soggetti aggressivi senza contatto con l'operatore (a differenza di manette e sfollagente) e senza lasciare danni permanenti (a differenza delle armi da fuoco). Il taser è concepito come sistema di difesa dopo i tentativi di fermare verbalmente e fisicamente la persona.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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