Prima Olbia, poi Genova: un altro morto dopo l’uso del taser

Un'altra persona è morta dopo essere stata colpita con il taser dai carabinieri: si tratta di un uomo di 47 anni di origini albanesi che è deceduto a Sant'Olcese, sulle alture di Genova, nella serata di domenica. I colpi, secondo gli inquirenti, potrebbero aver provocato nell'uomo un arresto cardiaco. La pm Paola Calleri nelle prossime ore aprirà un fascicolo per omicidio colposo e disporrà l'autopsia. Le indagini sono affidate all'aliquota dei carabinieri di palazzo di giustizia.
La ricostruzione
«Abbiamo chiamato i carabinieri perché ci ha minacciato. Prima avevamo chiamato il 118 ma lui ha minacciato anche i sanitari». I vicini del cittadino albanese morto domenica dopo esser stato colpito da una scarica del taser in dotazione all'Arma dei Carabinieri hanno ricostruito così il concitato pomeriggio di domenica a Manesseno, frazione di sant'Olcese (Genova).
Secondo quanto raccontato dai vicini, la prima telefonata è stata fatta al 118 e l'ambulanza è arrivata poco prima delle pattuglie dei carabinieri. L'uomo, che sembrava alterato dall'alcol ed era in strada, prima è stato convinto a rientrare nella palazzina di via Mattei 4, dove è domiciliato, ma sulle scale ha dato in escandescenze e ha minacciato a aggredito i sanitari. Quando sono arrivati i carabinieri, l'uomo ha aggredito anche loro: tutti hanno riportato ferite e sono stati successivamente medicati in ospedale.
Il caso di Olbia
Sono indagati per omicidio colposo i due carabinieri intervenuti ad Olbia la sera di sabato scorso dopo che alcuni cittadini avevano segnalato aggressioni da parte di un uomo per le strade del rione di Santa Mariedda. Fermato con il taser, Gianpaolo Demartis, 57 anni, originario di Bultei e residente tra Sassari e Olbia, è morto per arresto cardiaco nell'ambulanza verso l'ospedale. L'iscrizione sul registro degli indagati da parte del procuratore di Tempio Pausania, Gregorio Capasso, è un atto dovuto dopo l'apertura del fascicolo e la decisione di procedere con l'autopsia sul corpo della vittima. I carabinieri indagati sono il capo pattuglia e il militare che materialmente ha usato il taser per bloccare Demartis. L'inchiesta della Procura di Tempio si muove su un doppio binario: da una parte accertare con esattezza le cause esatte del decesso - i familiari hanno confermato che la vittima era cardiopatica -, dall'altra ricostruire nei dettagli la dinamica dei fatti.
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