Sul Garda gli affitti per residenti «non esistono più»

L’auspicio, sul Garda, è che l’obbligo del Codice identificativo nazionale per gli alberghi e gli immobili destinati a locazione breve o per finalità turistiche contribuisca a far emergere il (considerevole) sommerso.
Aumento esponenziale
In un territorio a forte vocazione turistica, dove il boom degli affitti brevi genera anche pesanti ripercussioni di natura sociale, il tema è sentito. «Ogni anno – dice Marco Girardi, presidente del Consorzio Garda Lombardia, che riunisce i Comuni e le associazioni delle diverse categorie ricettive e che ha per soci anche molti titolari di case vacanza – il numero di appartamenti destinati al mercato degli affitti turistici aumenta esponenzialmente».
Emergenza abitativa
È un fenomeno che ha innescato una drammatica emergenza abitativa: «I giovani – continua Girardi – non trovano più alloggi e se li trovano hanno prezzi alle stelle». Il mercato dell’affitto a lungo termine sul Garda non esiste più. È un problema che assilla anche i Comuni. La scorsa estate a Toscolano, come ha rilevato la sindaca Chiara Chimini, non sapevano dove alloggiare gli educatori delle cooperative che gestivano i Grest estivi.
Lo stesso accade in queste settimane in ambito scolastico: le scuole del lago faticano a trovare insegnanti perché quelli che vengono da fuori non trovano alloggio, se non a prezzi inaccessibili. Il fenomeno degli affitti brevi, insomma, ha pesanti ripercussioni sociali, oltre che economiche, e per molti versi appare fuori controllo: «Chi ha una stanza libera la arreda con due brandine e la mette sul mercato, spesso con molta improvvisazione. Questo non è turismo», conclude Girardi, che auspica una maggiore regolamentazione. Il Cin forse non basta, ma è un passo.
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