Cronaca

Strage, Toffaloni ricorre in appello: per la difesa «va assolto»

L’ex minore ritenuto uno degli esecutori in piazza della Loggia è stato condannato a trent’anni in primo grado: ora mette in discussione anche la prova più discussa, ovvero la fotografia scattata dopo lo scoppio della bomba
Marco Toffaloni è stato condannato a 30 anni per la strage di piazza della Loggia - © www.giornaledibrescia.it
Marco Toffaloni è stato condannato a 30 anni per la strage di piazza della Loggia - © www.giornaledibrescia.it
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Sessantotto pagine per sperare di ribaltare la sentenza di primo grado pronunciata dal tribunale dei minori di Brescia. E assolvere l’imputato condannato a 30 anni di carcere. Marco Toffaloni, l’ex minore ritenuto uno degli esecutori della Strage di Piazza Loggia, attraverso il suo legale Marco Gallina ha depositato ricorso in appello. Chiedendo l’assoluzione «per non aver commesso il fatto». «Un più approfondito esame delle emergenze processuali avrebbe dovuto indurre il Tribunale ad una terminale pronuncia assolutoria», scrive la difesa. Diversi i punti affrontati nel ricorso. Il primo punto riguarda la validità stessa delle indagini preliminari: secondo la difesa, numerosi atti sarebbero stati compiuti oltre i termini fissati dalla legge, e dunque affetti da nullità.

La fotografia

Un secondo capitolo tocca l’elemento probatorio più discusso: la fotografia scattata in piazza Loggia subito dopo la strage. Per i giudici di primo grado quell’immagine ritrae Toffaloni da giovane, ma – obietta l’avvocato – la stessa perizia aveva parlato soltanto di una «probabile identificazione» e non di una certezza. Inoltre «Su undici testimoni, ben dieci non riconoscono in Toffaloni l’ignoto della piazza».

Nel cerchio rosso Toffaloni poco dopo l'esplosione della bomba in piazza Loggia
Nel cerchio rosso Toffaloni poco dopo l'esplosione della bomba in piazza Loggia

L’appello richiama anche la sentenza «Conforti», che ha portato agli ergastoli di Maggi e Tramonte come ideatori della Strage di Piazza Loggia, che individuava nell’incontro di Abano del 25 maggio 1974 il momento di preparazione dell’attentato: riunione alla quale Toffaloni, allora minorenne, non partecipò. Un’assenza che, secondo la difesa, dimostrerebbe la sua estraneità all’organizzazione.

Le testimonianze

Ampio spazio è poi dedicato alle testimonianze ritenute decisive dal Tribunale. In particolare quella di Ombretta Giacomazzi definita «un compendio narrativo contraddittorio e calunnioso» . Ulteriore elemento contestato dalla difesa Toffaloni è il mancato reperimento dei registri scolastici dell’epoca, che – sostiene l’avvocato di Marco Toffaloni – avrebbero potuto fornire riscontri oggettivi sulla presenza o meno del minorenne a scuola nei giorni precedenti la strage

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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