Strage di piazza Loggia, mancano i giudici per il processo: «Bisogna intervenire»
È il processo più atteso. Per la storia. E per un’intera città che tornerà a fare i conti con una ferita mai rimarginata. Anche e soprattutto perché il nuovo procedimento giudiziario per la strage di piazza della Loggia arriva nell’anno del 50esimo anniversario dello scoppio della bomba del 28 maggio 1974. Ma con i numeri di oggi la giustizia bresciana non lo può affrontare.
Per questo il 29 febbraio il dibattimento a carico di Roberto Zorzi, ritenuto uno degli esecutori materiali della strage con l’ex minorenne Marco Toffaloni che sarà giudicato davanti al tribunale dei minori, inizierà con un rinvio. Probabilmente all’estate. Impossibile per i giudici della prima sezione penale, presieduta da Roberto Spanò, calendarizzare un processo che è destinato ad occupare diversi mesi fino al 2025. Un numero rende bene l’idea: solo l’accusa ha chiesto che vengano ascoltati in aula 53 testimoni. «Serve un intervento straordinario sulla pianta organica della sezione giudicante» conferma il presidente del tribunale Vittorio Masia, che ha ricevuto via mail la richiesta di «misure di supporto per Piazza Loggia» da parte del presidente di sezione Roberto Spanò. «Il dibattimento è destinato ad assorbire molte delle energie della Prima sezione, stante l’impegno che dovranno dedicarvi il presidente ed il giudice togato e, conseguentemente, la supplenza che verrà richiesta agli altri colleghi per lo smaltimento del lavoro ordinario». Tutti d’accordo su un punto: «È un processo di estrema delicatezza, in sé e per sé considerato e per i risvolti mediatici e politici che inevitabilmente è destinato ad assumere».
La soluzione
Per il presidente del tribunale, che tra l’altro il 28 aprile lascerà l’incarico e andrà in pensione, «il nuovo capitolo relativo alla Strage è importante per Brescia, ma ci sono aspettative importanti anche a livello nazionale e internazionale». Con una nota a margine tutt’altro che secondaria: «Dopo 50 anni la città ha diritto di conoscere tutta la verità» sottolinea Masia. Servono più magistrati e non basta il giudice in più già assegnato, con un recentemente provvedimento, alla prima e alla seconda sezione. L’ipotesi è quella di aggiungere due giudici alla prima sezione alla quale è stato assegnato il nuovo processo sul presunto esecutore dell’attentato di matrice fascista in Piazza Loggia.
«L’intervento per assegnare più risorse può avvenire a livello distrettuale (spostando magistrati attualmente a Cremona, Bergamo o Mantova, ndr) e internamente con un interpello» è il pensiero di Masia. Che assicura: «La magistratura bresciana dimostrerà ancora una volta una grande professionalità. Tra marzo e aprile potremmo risolvere la questione». Anche perché Spanò, presidente della Corte d’Assise per la Strage ter con a latere il collega Mauro Ernesto Macca, non ha usato perifrasi: «La definizione in tempi ragionevoli del processo dipenderà inevitabilmente dalle risorse di cui la Prima sezione penale potrà disporre nel futuro».
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