Stop alla caccia in deroga di storno e fringuello: Regione bocciata
Il Consiglio di Stato ha bocciato la caccia «in deroga» al fringuello e allo storno - nei limiti quantitativi, rispettivamente di 97.637 e 36.552 capi -, sospendendo la delibera della Giunta regionale lombarda e accogliendo la richiesta cautelare presentata dalle associazioni Lac-Lega per l’Abolizione della Caccia, Lav-Lega Anti Vivisezione, Enpa-Ente Nazionale Protezione Animali Odv, Lndc Animal Protection-Associazione di Promozione Sociale, Lipu-Lega Italiana Protezione degli Uccelli e Wwf Italia.
La vicenda
Tutte le associazioni animaliste chiedevano la riforma dell’ordinanza con la quale il Tar della Lombardia il 23 settembre aveva respinto la loro richiesta cautelare di sospensione. I giudici amministrativi di secondo grado hanno considerato che «le censure articolate nel ricorso introduttivo risultano meritevoli di adeguato approfondimento, in particolare quelle afferenti l’inadeguatezza della motivazione» della delibera regionale. Il Consiglio di Stato si è poi soffermato «sulla rilevanza del parere dell’Ispra, che qualifica i quantitativi di prelievo operabili su scala nazionale (limiti indicati, 230.242 storni e 581.302 fringuelli prelevabili nell’autunno 2025 in Italia) come quantità "relativamente piccole", introducendo in tal modo un elemento di incertezza sul rispetto del criterio della "piccola quantità", che deve essere rigorosamente inteso».
Ma ci sarebbero poi anche «dubbi relativi alla sussistenza del requisito pregiudiziale di legittimità della caccia in deroga». E, infine, scrivono i giudici, «considerata l’assenza di altre soluzioni soddisfacenti, implica la possibile illegittimità della delibera della Giunta a prescindere dal numero di esemplari che rappresentano la "piccola quantità"».
E alla luce di tutto questo che il Consiglio di Stato ha valutato necessario «sospendere la delibera che peraltro limita il periodo di caccia in contestazione al periodo 1° ottobre-30 novembre 2025», invitando il Tar lombardo a fissare l’udienza di merito.
Le reazioni
«La decisione del Consiglio di Stato è davvero difficilmente comprensibile, visto che tutti gli atti di Regione Lombardia sul prelievo in deroga hanno seguito rigorosamente quanto previsto dalla legge e osservato il parere di Ispra sulle piccole quantità, così come ribadito dal Tar – commenta l’assessore regionale ad Agricoltura, Sovranità alimentare e Foreste, Alessandro Beduschi –. Continuiamo a lavorare non in modo ideologico ma con il supporto e il rigore dei dati scientifici per assicurare che la caccia possa svolgersi nel pieno rispetto delle normative. Spiace notare come sia oggettivamente sempre più difficile farlo in un contesto di incertezza del diritto».
Dello stesso parere il consigliere regionale di FdI, Carlo Bravo, vicepresidente della Commissione Agricoltura: «È evidente una contraddittorietà nel sistema, con decisioni che cambiano a seconda dell’organo giudicante e spesso smentiscono di anno in anno le precedenti, rendendo il lavoro di pianificazione e gestione venatoria estremamente difficile e precario per le istituzioni e per i cacciatori».
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