Stalking: giustizia riparativa per l’ex, lei ritira la denuncia

In tribunale chiuso senza sentenza il caso di un 40enne che perseguitava la ex. Lei: «Bene così»
Il Palazzo di Giustizia di Brescia - © www.giornaledibrescia.it
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Lei era stata addirittura costretta a cambiare casa. Per evitare quello che era diventato il suo incubo. L’ex fidanzato che non accettava la fine della relazione. Un 40enne per il quale era anche scattata la misura del divieto di avvicinamento alla donna alla quale telefonava in continuazione di notte e di giorno, inviava messaggi ad ogni ora e che aspettava fuori dal lavoro e da casa.

Il percorso

Uno dei più classici casi di stalking ieri si è concluso in un’aula di giustizia in un modo non tradizionale, prendendo al contrario la strada prevista dalla legge Cartabia. Il processo non è stato nemmeno celebrato nonostante il pm titolare dell’inchiesta avesse disposto il giudizio immediato, tanto le prove a carico dell’indagato erano pesanti ed evidenti. Il colpo di scena è arrivato alla prima udienza quando la donna che aveva denunciato l’ex più volte tra agosto e settembre 2023 e che già si era costituita parte civile, ha accettato la proposta pervenuta dall’imputato. Sospendere il procedimento per intraprendere il percorso della giustizia riparativa. E così è stato, con il parere favorevole del giudici. I due ex fidanzati – entrambi sui 40 anni – per sei mesi hanno frequentato un centro di mediazione penale, senza mai però incontrarsi (gli appuntamenti erano infatti rigorosamente separati) e dopo che lui aveva risarcito la vittima.

Caso nel caso

Stando alla riforma voluta dall’ex Guardasigilli, il percorso di giustizia riparativa dovrebbe compiersi in un centro per la mediazione penale accreditato con il tribunale di riferimento. In questo caso la struttura identificata dal tribunale bresciano non ha potuto seguire la coppia per mancanza di fondi e di personale e perché ancora in attesa delle risorse previste dal Pnrr. E così l’imputato si è rivolto ad un centro privato sostenendo la spesa anche per l’ex compagna. Ha riconosciuto i comportamenti sbagliati, ha scritto una lunga lettera alla ex spiegando di essersi reso conto di averle «rovinato la vita» e ha annunciato, facendolo poi mettere a verbale, di voler proseguire le sedute con lo psicologo iniziate lo scorso anno.

A distanza di sei mesi il percorso di giustizia riparativa si è concluso con esito positivo. Lo ha certificato la relazione degli specialisti per la mediazione depositata ieri in tribunale e la vittima di stalking ha ritirato la denuncia, come prevede la legge. Se la coppia si fosse rivolta al centro per la mediazione penale accreditato, la denuncia sarebbe stata cancellata automaticamente dopo il parere positivo. In questo caso invece è stata la parte lesa ad aver espressamente rinunciato al processo. Il giudice Mauroernesto Macca ha quindi chiuso il caso.

Le reazioni

«Sono contenta. Il lavoro fatto è meglio di una condanna» la reazione della donna al termine dell’udienza. «Abbiamo avuto la prova che giustizia riparativa e violenza di genere sono un binomio possibile ed efficace laddove vi sia la collaborazione della persona offesa e non risulti pericoloso per la stessa» commenta l’avvocato Betarice Ferrari, legale della signora.

«I percorsi di giustizia riparativa, anche nei casi di reati da codice rosso, possono infatti portare – prosegue – alla consapevolezza del reo sui propri agiti e, di conseguenza, ad una maggiore serenità, forza e sicurezza da parte della persona offesa. Segna un passaggio importante di civiltà giuridica e di sviluppo verso una giustizia non esclusivamente punitiva».

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