Stadio Rigamonti, il Brescia contesta ufficialmente la perizia di stima

Il club contro la valutazione di 16,8 milioni di euro dell’impianto di Mompiano: «Anche a tutela del Comune»
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Stadio: si accende la partita sul Rigamonti
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Quello che per la Loggia è «un punto fermo dal quale partire», per il Brescia è in realtà già una specie di punto morto.

Dopo la reazione verbale, arriva in queste ore anche quella scritta: il Brescia, come era prevedibile, vuole contestare ufficialmente la perizia di stima dello stadio Mario Rigamonti. Ne contesta il valore (medio) di 16,8 milioni di euro attribuito da uno studio della società Praxi alla quale la Loggia aveva affidato il lavoro.

«Siamo su scherzi a parte, la perizia non è professionale» aveva commentato - tuonato - a caldissimo il presidente del Brescia Massimo Cellino che in autunno si era fatto avanti chiedendo infrmazioni sulla stima valoriale dello stadio nell’ottica di valutare un eventuale acquisto. Un virgolettato a mezzo stampa che lasciava presagire una successiva mossa ufficiale.

Carta e penna - o pc e indirizzo pec - una missiva ha preso la strada di Palazzo Loggia: il Brescia chiede intanto copia ufficiale del documento. Poi in un secondo tempo dovrebbe chiedere una nuova analisi partendo appunto dalla contestazione del valore totalmente fuori mercato - e che d’altronde aveva portato anche la sindaca Laura Castelletti a commentare «anche noi siamo stupiti» - attribuito allo stadio facendo innanzitutto riferimento alla stima che a esempio era stata data allo stadio Comunale della vicina Bergamo: meno della metà dei 16,8 milioni di euro oggetto di discussione.

La richiesta

L’obiettivo del club di via Solferino, è come detto, verosimilmente l’ottenimento di una contro perizia che segua parametri più definiti rispetto a quelli utilizzati in prima battuta dalla Praxi. Chiedendo innanzitutto che dalla valutazione siano scorporati i pitch box, le sedute, le strutture metalliche, i fari e tutte quelle opere di miglioria effettuate dal Brescia calcio che ne ha sostenuto i costi e che un domani, al termine della concessione di utilizzo dello stadio di Mompiano nel 2028, il club potrebbe anche rimuovere dallo stadio.

Si chiede anche che sia poi reso chiaro il fatto, con relative conseguenze sul piano dei conti, che appunto il Brescia ha in essere un contratto di utilizzo esclusivo. Una condizione che mette il club di via Solferino in una posizione di vantaggio rispetto ad altri possibili attori interessati allo stadio. Tra uno scorporo e l’altro, indicativamente, si dovrebbe arrivare a scendere su una cifra indicativa attorno ai 9 milioni di euro. En passant: dal 2029 il Rigamonti diventerà bene storico, per cui passerà sotto tutela dello Stato. Dunque, la Loggia non ha più un tempo infinito per decidere da sé come sbucciare quella che è una patata bollente.

Riprendendo il filo: «La nostra contestazione - fanno sapere dagli uffici del Brescia - è anche a tutela del Comune che altrimenti dovrebbe mettere a bilancio il valore periziato». Un valore che contempla anche le potenzialità dell’area e non solo dell’immobile. Per il quale Massimo Cellino, che allo stato delle cose pare comunque più intenzionato a percorrere la strada della «legge stadi» ha già un progetto in tasca. Progetto che non prevede un centro commerciale, bensì una palestra extra lusso con spa, un ristorante e una struttura eco sostenibile con impianto fotovoltaico di ultima generazione. Dalla Loggia si aspettavano la mossa messa a punto dal Brescia.

La contro reazione

«Non avendo le competenze interne - il commento della sindaca Castelletti in attesa della mossa annunciata - ci siamo rivolti a una società esterna con un curriculum di tutto rispetto...Noi, a nostra volta faremo poi le valutazioni politico-amministrative». In una partita che si annuncia molto tirata, particolarmente tattica, e destinata ad arrivare ai tempi supplementari se non ai rigori: sarà lunghissima. 

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