CronacaBassa

Spari all’imprenditore a Montichiari, la moglie: «Nel nostro settore c’è invidia»

Ancora in coma indotto il 62enne Angelo Ferandi ferito fuori dalla sua azienda venerdì sera
I carabinieri mentre effettuano i rilievi all'ingresso della Cavifer © www.giornaledibrescia.it
I carabinieri mentre effettuano i rilievi all'ingresso della Cavifer © www.giornaledibrescia.it
AA

Chi lo ha colpito lo avrebbe fatto per ferirlo e non per ucciderlo. In quello che ha tutti i contorni di un avvertimento degno della criminalità organizzata. «Un episodio inquietante» viene definito nell’ambiente giudiziario. Ma per gli inquirenti è ancora troppo presto per inquadrare con certezza l’agguato all’imprenditore di 62 anni Angelo Ferandi, raggiunto venerdì sera da alcuni colpi di pistola fuori dalla sua azienda a Montichiari.

L’agguato

Sarebbero otto i proiettili esplosi da due vetture in transito - un’auto e un furgoncino che hanno sparato incrociandosi - all’indirizzo dell’uomo che aveva appena varcato in uscita i cancelli della Cavifer, la sua azienda che si occupa di smaltimento di metalli ferrosi. I malviventi avrebbero utilizzato armi a grosso calibro. Ferandi è stato raggiunto alle gambe e alle braccia e attualmente, dopo essere stato sottoposto ad un intervento chirurgico, è ricoverato in terapia intensiva ed è in coma indotto.

«Dopo il ferimento è rimasto cosciente» racconta la moglie. A salvargli la vita sono stati due operai che hanno caricato in auto Ferandi e lo hanno portato al vicino ospedale di Montichiari senza aspettare l’ambulanza per il timore che potessero tornare gli autori dell’agguato e finire l’imprenditore. I primi accertamenti escluderebbero lo scambio di persona. Gli operai hanno infatti riferito che uno dei due mezzi utilizzati dai malviventi sarebbe transitato più volte davanti ala Cavifer nello stesso pomeriggio di venerdì. Come a prendere le misure in vista dell’azione criminale.

Lo sfogo

«Siamo un’azienda piccola e i nostri operai sono trattati come figli. Pagati regolarmente e contenti di lavorare con noi» spiega la moglie del titolare della Cavifer. «Gli autori vanno cercati fuori dalla nostra azienda» prosegue prima di sfogarsi. «Nel nostro settore un po’ anomalo c’è tanta, troppa invidia».

Nessuna accusa diretta. «Non so cosa davvero pensare, non saprei il motivo di tanta violenza» sono le parole della donna. «Non abbiamo ricevuto minacce, nessuno prima di ieri sera aveva fatto qualcosa contro di noi. Problemi economici? Attualmente nessuno» dice la moglie dell’imprenditore 62enne, arrivato in ospedale in condizioni critiche e trasferito da Montichiari al Civile di Brescia.

Le indagini

Gli inquirenti, con i carabinieri che indagano coordinati dal sostituto procuratore Francesco Carlo Milanesi, magistrato dell’antimafia e di turno venerdì sera, stanno ricostruendo la vita e i legami di Ferandi, che in passato, prima di entrare nel settore dei metalli ferrosi, aveva lavorato nel campo dell’edilizia. Fondamentale sarà il racconto dell’uomo che chi indaga sentirà non appena i medici degli daranno il via libera dal punto di vista sanitario. 

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

Iscriviti al canale WhatsApp del GdB e resta aggiornato

Icona Newsletter

@News in 5 minuti

A sera il riassunto della giornata: i fatti principali, le novità per restare aggiornati.