Spaesato in bici in tangenziale: anziano salvato in galleria a Barghe

Erik Fanetti
L’uomo ha percorso oltre 20 chilometri senza sapere dove si trovasse: l’hanno trovato che pedalava disorientato tra auto e camion
L'anziano scortato dalla Locale tra Barghe e Vestone
L'anziano scortato dalla Locale tra Barghe e Vestone
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Una telefonata arrivata nella tarda mattinata di martedì 14 ottobre al Comando della Polizia Locale della Valle Sabbia ha dato il via a un intervento che, fortunatamente, si è concluso nel migliore dei modi. Dall’altra parte della linea, un automobilista segnalava la presenza di un uomo anziano in bicicletta lungo la Sp237 del Caffaro, con i fari spenti, all’interno della galleria tra Barghe e Vestone, in zona Ponte Re in territorio di Barghe. «Sembra aver perso l’orientamento», aggiungeva il testimone.

Non una segnalazione insolita, ma quel dettaglio ha subito fatto scattare l’allarme. In pochi minuti una pattuglia è stata inviata sul posto, mentre anche il sindaco di Vestone, Renato Verdelli, informato della situazione, chiedeva l’intervento della Polizia Locale della Valle Sabbia.

Il salvataggio in tangenziale

All’arrivo degli agenti, la scena è apparsa subito delicata: l’anziano pedalava spaesato tra auto e camion che sfrecciavano nella galleria. Gli agenti hanno bloccato il traffico e messo in salvo l’uomo, accompagnandolo fuori dalla Provinciale.

Alla domanda su dove stesse andando, l’anziano ha risposto con voce incerta: «Non so dove mi trovo… Stavo cercando un prodotto per nutrire una pianta». Era chiaro che avesse perso l’orientamento. Gli agenti lo hanno quindi scortato al municipio di Barghe, dove il sindaco Giovanni Battista Guerra, già allertato, lo ha accolto e si è offerto di custodire la bicicletta. Poco dopo, grazie alla collaborazione con il primo cittadino del paese di residenza dell’uomo, sono stati rintracciati i familiari, che lo attendevano con apprensione.

Disorientato

Uscito di casa all’alba senza che nessuno se ne accorgesse, aveva percorso oltre venti chilometri senza rendersi conto di dove si trovasse. Riaccompagnato a casa dagli agenti, ha potuto riabbracciare i suoi cari, che nei giorni successivi hanno fatto pervenire al Comando un sentito ringraziamento per l’intervento.

«Ci teniamo a raccontarla – ha dichiarato il Comando, guidato dal comandante Fabio Vallini, in una nota – perché è una di quelle storie che fanno star bene quando si sentono, e che, dal punto di vista lavorativo, danno grande soddisfazione: fanno parte di quell’aspetto del nostro lavoro che ci consente di aiutare gli altri». Una storia che si chiude con un lieto fine e ricorda quanto prontezza e sensibilità possano fare davvero la differenza.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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