Cronaca

È il giorno del solstizio: alle 16.03 inizia davvero l’inverno

Ecco perché «il giorno più corto che ci sia» è oggi, e non a Santa Lucia: da domani le ore di luce inizieranno ad aumentare
Alle 16.03 in Italia è il solstizio d'inverno
Alle 16.03 in Italia è il solstizio d'inverno
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A Brescia ne siamo convinti: «Santa Lucia è il giorno più corto che ci sia». Ma non è così. E non è sempre lo stesso. Per esempio: il giorno più corto dell’anno nel 2025 è oggi. Alle 16:03 del 21 dicembre 2025 si verifica infatti il solstizio d’inverno, il momento preciso in cui, dal punto di vista astronomico, inizia l’inverno nell’emisfero nord. Il termine deriva dal latino: «solstitium» è composto da «sol» («sole») e «-sistere», ovvero «fermarsi».

Non è, peraltro, una convenzione simbolica: si tratta di un istante esatto, determinato dal movimento della Terra attorno al Sole. Ed è anche il momento in cui il giorno raggiunge la sua durata minima e la notte quella massima. Da qui, «il giorno più corto che ci sia».

Quando cade il solstizio

L’idea che le stagioni cambino sempre lo stesso giorno è radicata, ma imprecisa. Il solstizio d’inverno può cadere tra il 20 e il 23 dicembre, a seconda dell’anno. Nel 2025 cade il 21 dicembre, nel pomeriggio. Nel 2026 cadrà sempre il 21, ma diverse ore più tardi, alle 21.50 italiane. Questa variabilità non è casuale: dipende dal modo in cui misuriamo il tempo.

Il calendario civile conta anni di 365 giorni, con l’aggiunta di un giorno ogni quattro anni. Il moto reale della Terra attorno al Sole dura circa 365 giorni e un quarto. Questo scarto di circa sei ore all’anno fa slittare in avanti il momento in cui il Sole raggiunge alcune posizioni chiave nel cielo, come i solstizi e gli equinozi. Gli anni bisestili servono proprio a compensare questo accumulo, ma non riescono a rendere il sistema perfettamente regolare.

Per questo motivo il solstizio non coincide sempre con la stessa data e, soprattutto, non coincide mai con l’inizio di una giornata. Cade sempre in un orario preciso, che nel caso di quest’anno è fissato alle 16:03, ora italiana.

Cosa succede nel cielo

Il solstizio d’inverno è un evento geometrico prima ancora che stagionale. Tutto dipende dall’inclinazione dell’asse terrestre, che non è perpendicolare al piano dell’orbita della Terra attorno al Sole. L’asse è inclinato di circa 23 gradi e mezzo. È questa inclinazione a rendere possibile l’alternarsi delle stagioni.

Il sole sorge a Stonehenge dopo il solstizio d'inverno
Il sole sorge a Stonehenge dopo il solstizio d'inverno

Durante l’anno, mentre la Terra percorre la sua orbita, cambia l’altezza apparente del Sole nel cielo. Nei mesi estivi il Sole sale più in alto sopra l’orizzonte, mentre in inverno segue archi più bassi e brevi. Nel giorno del solstizio d’inverno, nell’emisfero nord, il Sole compie il percorso più corto possibile nel cielo. In questo momento, i raggi solari arrivano con la minima inclinazione rispetto all’orizzonte boreale e con la massima inclinazione nell’emisfero sud. Il Sole si trova allo zenit sul Tropico del Capricorno, mentre sopra il Circolo Polare Artico non riesce a superare l’orizzonte. È la notte polare, in cui il Sole non sorge affatto.

Se l’asse terrestre non fosse inclinato, il Sole sarebbe allo zenit ogni giorno in ogni punto del pianeta. Non esisterebbero solstizi, equinozi né stagioni. La linea che separa la parte illuminata della Terra da quella in ombra passerebbe sempre dai due poli. Il fatto stesso che oggi parliamo di notte lunga e giorno corto è una conseguenza diretta di quella inclinazione.

La notte più lunga

Si dice spesso che il solstizio d’inverno sia il giorno più corto dell’anno. Dal punto di vista scientifico, è più corretto parlare di giornata con il minor numero di ore di luce. La durata complessiva della giornata resta ovviamente di 24 ore. A cambiare è il rapporto tra luce e buio.

Nell’emisfero nord, il Sole resta sopra l’orizzonte per meno tempo che in qualsiasi altro giorno dell’anno. Ecco perché la notte tra il 21 e il 22 dicembre è la più lunga dell’anno. Nell’emisfero australe accade l’opposto: lì il solstizio di dicembre coincide con il massimo di ore di luce e con l’inizio dell’estate astronomica.

Dal giorno successivo al solstizio, le ore di luce tornano ad aumentare, in modo inizialmente impercettibile. L’incremento è di pochi secondi al giorno, ma costante. Il Sole, giorno dopo giorno, anticipa leggermente il suo sorgere e ritarda il tramonto, fino a raggiungere il massimo al solstizio d’estate.

Lo sciame meteorico

Il solstizio non è l’unico fenomeno astronomico interessante di questo periodo, come ricorda l’Unione astrofili italiani (Uai): domani, il 22, raggiunge il picco massimo lo sciame meteorico delle Ursidi, attivo dal 17 al 26 dicembre.

Queste stelle cadenti, legate alla cometa periodica 8P/Tuttle, si distinguono per le meteore lente e per la loro posizione, che consente di osservarle per quasi tutta la notte. Solitamente, il numero di meteore visibili in un’ora con un cielo perfettamente limpido e buio è abbastanza modesto, circa 10, ma alcuni anni le Ursidi hanno riservato sorprese, arrivando anche a oltre 50 meteore all’ora.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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