Si lancia con la tuta alare, finisce contro le rocce e perde la vita

Il fascino del volo coniugato a quello dell’estremo, nel brivido del salto nel vuoto tra cime innevate e guglie inaccessibili. Quella che doveva essere una grande iniezione di adrenalina per il base jumper di origini bresciane si è trasformata ieri mattina nel Bellunese in una tragedia ad alta quota.
Nel territorio di Taibon Agordino il 41 anni Ludovico Vanoli, padre di due figli e frequentatore del «Wakeparadise» di Montichiari, maestro di sci e apprezzato atleta di Madonna di Campiglio, è morto dopo esser precipitato durante un lancio. È la seconda vittima in pochi giorni con la tuta alare dopo la scomparsa di Raian Kamel, un altro appassionato di sport estremi nato a Breno, morto in Alto Adige.
L’allarme alla centrale del 118 è stato lanciato ieri attorno alle 11 dai compagni della vittima dopo il salto a quota 2600 metri dal Castello delle Nevere, alle spalle della Moiazza.
La tragedia
Il 41enne sarebbe dovuto atterrare a Capanna Trieste, ma non è mai giunto a destinazione. L’elicottero del Suem di Pieve di Cadore è volato sul posto, dove si trovava il gruppo di lanciatori, e ha effettuato delle ricognizioni senza esito. Successivamente, l’elicottero dell’Air service center, convenzionato con il Soccorso alpino delle Dolomiti Bellunesi, ha imbarcato tre soccorritori di Agordo e ha sorvolato l’area, seguendo la probabile rotta del basejumper.

Verso le 13.30 i soccorritori sono riusciti a individuare il corpo senza vita del 41enne di Montichiari a un centinaio di metri dietro la Forcella della Cima dei Tre, versante Nord, dove probabilmente l’uomo era precipitato dopo aver impattato su uno sperone roccioso.
La squadra è stata sbarcata sul posto, affiancata dal tecnico di elisoccorso e dall’equipe medica di Falco. I soccorritori hanno constatato il decesso e provveduto a comporre la salma, poi recuperata con un verricello e trasportata a Capanna Trieste per essere affidata al servizio mortuario.
I precedenti
Le Dolomiti agordine sono una meta di riferimento per gli appassionati di questo sport estremo almeno dal 2012. Se sino ad allora il base jumping era considerato una sorta di momento individuale per atleti amanti del brivido, al quale casualmente potevano assistere anche altre persone, 12 anni fa divenne una manifestazione pubblica vera e propria.
Il gestore di un locale rifugio, la Capanna Trieste, attività raggiungibile in auto da Listolade (in comune di Taibon) attraverso la strada della Val Corpassa, organizzò un evento che ha coinvolto gli atleti del team Turbolenza provenienti dall’Italia, ma anche dal resto del mondo.
Il grande pubblico delle Dolomiti e delle loro verticalità conobbero allora il base jump che consiste nel salire sulle cime, buttarsi indossando delle tute alari e, poco prima dell’atterraggio, aprire il paracadute.
Da allora sono però stati diversi i casi di persone precipitate con dinamiche simili a quella che ha coinvolto ieri Ludovico Vanoli. Nel giugno 2018 un turista inglese morì nello stesso luogo dopo aver colpito un picco roccioso. Tre anni dopo, nell’agosto 2021, un altro jumper, Alessandro Dalla Pozza, 47enne di Schio, è morto dopo il lancio dal Framont. Ora la nuova tragedia.
Funerale
I funerali si svolgeranno nella chiesa di Madonna di Campiglio martedì 13 Agosto alle 15.
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