«Serve un’azione capillare per accelerare la pulizia dell’aria»

Nancy Artioli è professoressa associata dell’Università degli Studi di Brescia. Ingegnera chimica, si occupa degli inquinanti dell’aria e insegna nel corso magistrale di Ingegneria per l’ambiente e il territorio.
Dottoressa Artioli, la qualità dell’aria a Brescia sembra migliorare, è davvero così?
Lo definirei un lento miglioramento. Guardando i dati del Comune, l’andamento sembra un po’ fluttuante e quindi le oscillazioni possono dipendere da cause diverse. Le condizioni atmosferiche, ad esempio, incidono molto: maggiori precipitazioni aiutano a «pulire» l’aria. In termini assoluti la qualità dell’aria è molto bassa.
Quali sono i fattori che determinano questa situazione?
Le problematiche di Brescia - ma anche quelle italiane ed europee - sono legate a due fattori. Il settore dei trasporti influisce in maniera molto pesante: è responsabile dei NOx e del particolato, che possono portare a malattie respiratorie croniche. Evidentemente non stiamo facendo abbastanza e forse dovremmo orientarci su politiche urbane più severe. Si possono controllare gli ingressi delle auto che non montano gli euro 6 e soprattutto cercare di fare un monitoraggio del parco veicoli cittadino. C’è poi un aspetto culturale: la rete di mobilità urbana dev’essere migliorata. L’inquinamento dato dal trasporto si riduce solo se si tolgono le macchine dal centro città.

È più difficile da inquadrare la questione delle emissioni industriali: il secondo settore che incide sull’inquinamento. In questo caso ci sono combustioni che servono per creare energia: bisogna cercare di capire che tipo di combustibile viene utilizzato, perché se stiamo usando del carbone al posto del gas naturale, le emissioni di CO2 vengono spinte su livelli diversi.
E l’agricoltura?
Il settore agricolo è importante in termini di emissioni. Si lavora sulle correnti ammoniacali per cercare di valorizzarle e farle diventare fertilizzanti, oppure per utilizzarle con scopi energetici, perché l’ammoniaca può essere un vettore di idrogeno in futuro. Ci si è accorti del grande impatto che possono avere questi tipi di inquinanti e quindi adesso c’è molta attenzione sul tema.
Ma come si può intervenire per accelerare il processo di pulizia dell’aria?
L’azione dev’essere capillare. Non possiamo affidarci solo a provvedimenti estemporanei. Si deve capire che il problema ha delle soluzioni molteplici che devono agire insieme. Ammodernare il parco macchine e penalizzare chi ha macchine datate: bisogna far pagare se si entra in certe zone della città con dei veicoli che non hanno un sistema di post trattamento delle emissioni adeguato.
Sicuramente poi si può cercare di ampliare l’utilizzo delle energie rinnovabili nelle aziende, molto diffuse sul territorio bresciano. Ma si può agire anche sulla rete privata: molti sistemi di riscaldamento inquinano semplicemente perché non hanno i filtri adeguati.
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
Iscriviti al canale WhatsApp del GdB e resta aggiornato
@News in 5 minuti
A sera il riassunto della giornata: i fatti principali, le novità per restare aggiornati.
