San Filippo, il blocco delle tariffe costerà alla Loggia circa 3 milioni

Il Comune di Brescia è orientato a rifondere la società per non alzare i prezzi dei corsi fino a fine 2024
Uno scorcio del San Filippo © www.giornaledibrescia.it
Uno scorcio del San Filippo © www.giornaledibrescia.it
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Ora che i prospetti, gli studi, i censimenti e le stime sono pressoché (per la prima volta) definiti, la scelta è tutta squisitamente politica e la palla finisce nella metà campo di Palazzo Loggia. Il dossier in questione è tra i più scottanti (e anche tra i più tribolati) di questo primo anno di mandato della Giunta Castelletti: il caso San Filippo, la società 100% Comune di Brescia che gestisce gli impianti sportivi della città. La posta in gioco è la sostenibilità economica della controllata: di fronte all’architettura contabile ricostruita in questi mesi, le opzioni sono infatti due.

Eccole: o la società alza i prezzi delle tariffe per gli utenti che partecipano a corsi e attività ospitati all’interno di palazzetti, piscine e palestre, oppure il Comune deve rifonderla e colmare la differenza tra i costi vivi reali (perché si tratta di spesa corrente) e le entrate. E non si tratta di spiccioli.

I conti

Nel dettaglio: non è un segreto che il Consiglio di amministrazione della San Filippo abbia incaricato la consulente Raffaella Cassano di aiutarlo a mettere ordine al piano economico. L’obiettivo era tracciare un affresco chiaro su tre questioni in particolare: costi complessivi (quindi la gestione degli impianti, bollette incluse), spese legate al palinsesto di attività e – attraverso una sorta di censimento – arrivare anche a stilare un piano manutenzioni e ristrutturazioni del patrimonio immobiliare sportivo. Tutto questo lavoro si è tradotto in fascicoli con tanto di stime ed elenco delle priorità dalle quali (ri)partire e sulle quali approntare un’organizzazione ordinata sul lungo termine.

Cosa è emerso? Partiamo dai primi due capitoli, vale a dire i costi complessivi e le spese legate alle attività e ai corsi offerti ai cittadini. Il primo calcolo (modulato su più parametri, alcuni dei quali legati a indici variabili, come ad esempio inflazione ed energia) ha restituito in prima battuta un divario tra uscite ed entrate che oscilla tra 3,5 e quasi 5 milioni di euro. Valori che sono però stati scandagliati in una seconda fase, fino ad arrivare a un delta minimo di circa tre milioni di euro. Questa è la cifra che San Filippo deve recuperare per garantire l’equilibrio corrente.

Per farlo, non ci sono molte strade: la via più lineare è alzare i prezzi delle tariffe fino a coprire il 100% dei maggiori costi. Una scelta, questa, che però non può intraprendere in autonomia la società: è infatti il Comune a dover definire quale sia l’indirizzo politico sullo sport. E siccome l’orientamento della Loggia è di non procedere, per quest’anno, con un aumento dei prezzi, è chiaro che queste risorse dovranno essere rintracciate all’interno del bilancio pubblico ed essere corrisposte alla San Filippo Spa.

Le strutture

Come si diceva, i circa tre milioni di euro servono solo per la spesa corrente e, quindi, per l’ordinario. Ma in tutta questa vicenda c’è un secondo segreto di Pulcinella, denunciato a turno da molte associazioni sportive, così come da utenti e da genitori che frequentano le strutture gestite dalla controllata: molti degli impianti hanno estremo bisogno di finire sotto i ferri, serve manutenzione, servono adeguamenti edilizi e urbanistici e – soprattutto – servono ristrutturazioni (alcune importanti, come nel caso del centro sportivo di Folzano intitolato a Vittorio Mero).

È chiaro che su questo fronte un preventivo preciso al centesimo non può essere stilato (molto è legato all’inflazione e ai costi dei materiali del periodo, ma anche all’eventuale ribasso dei bandi di gara), ma una stima generale c’è: per mettere in sesto gli impianti, servirebbe recuperare circa 30 milioni di euro. Anche in questo caso, non esattamente pochi spiccioli.

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