Salò, il MuSa punta sul cinema con la mostra su Fellini

Dopo Klimt, Fellini. Il MuSa, museo civico di Salò, si conferma punto di riferimento culturale per il territorio gardesano e dopo aver chiuso con successo la mostra «Klimt. Grafica d’arte», accoglie, da domenica 6 luglio al 31 agosto, la mostra «Federico Fellini. Dal disegno alla regia», curata da Elena Ledda e Francesco Grandesso. L’esposizione allinea circa 50 opere tra disegni, vignette satiriche e caricature vergate su carta del grande regista, molti esposti per la prima volta in Italia, unitamente a un corpus fotografico, anch’esso inedito, di scatti che lo ritraggono sui set dei suoi film.
La mostra
Grazie a un ventaglio di collaborazioni e ai prestiti della Fondation Fellini pour le Cinéma di Sion (Svizzera), dell’Archivio Museo Fellini di Rimini, del Media Museum di Pescara e della collezione Anna Cantagallo, la mostra celebra i 130 anni dalla nascita del cinema, ripercorrendo l’opera grafica di uno dei più iconici registi italiani e la genesi delle sue collaborazioni–amicizie germogliate sul set con artisti del calibro di Nino Rota, Nino Za ed Ennio Flaiano, che contribuirono a definire forme testuali, musicali e scenografiche della sua cinematografia. Ad Amarcord (1974) sono riconducibili diverse opere grafiche e i tre studi per il personaggio della Volpina, oltre allo scatto di Pierluigi Pratulon, fotografo ufficiale dei set felliniani, che ritrae il regista col collega Andrei Tarkowski.
Al celeberrimo Casanova sono dedicati, nell’anno dei 300 anni dalla nascita del seduttore veneziano, alcuni disegni preparatori per l’omonima pellicola diretta da Fellini nel 1976. Due sale sono riservate ai disegni eseguiti nell'ultimo periodo della vita del regista, e in particolare durante la degenza nella clinica di Ferrara dove fu ricoverato in seguito all’ictus che lo colpì nel 1993. Nei due mesi di ricovero Fellini, ricorda la dott.ssa Anna Cantagallo, che lo ebbe in cura, «produsse incessantemente disegni su ogni foglio o sostegno volante, anche i fazzoletti di carta». Alla fine del percorso si apre uno spazio dedicato ai giovani registi salodiani che si sono distinti: Stefano Cipani (1986), Luigi Comencini (1916-2007), Angio Zane (1925-2010).
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