Monica Gussago e l’arte di dare nuova vita agli scarti

Alice Resconi
L’ultimo progetto dell’artista di Roncadelle è ispirato ai sette vizi capitali. Pronta l’idea per il 2026: «total look realizzati con plastica e carta riciclata»
Monica Gussago al centro delle sue creazioni - © www.giornaledibrescia.it
Monica Gussago al centro delle sue creazioni - © www.giornaledibrescia.it
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Con lei ogni oggetto ha una seconda possibilità: il riciclo creativo è l’arte di Monica Gussago, artista e parrucchiera di Roncadelle che dà vita a opere uniche per mostrare a tutti la bellezza nascosta nelle cose dimenticate. Nei sui progetti arte e passione si uniscono infatti al riutilizzo di materiali che altrimenti verrebbero abbandonati: plastica, carta e vecchi tessuti rinascono così tra le sue mani.

Visionaria

«Parlare di Monica per me è come raccontare di una magia che prende vita ogni giorno sotto ai miei occhi – racconta il marito Aldo –. È un’artista visionaria, un’anima creativa che riesce a trasformare ciò che altri scarterebbero in autentiche meraviglie». Ed è proprio così che è stato ideato anche l’ultimo progetto di Monica che ha deciso di dare forma ai sette vizi capitali reinterpretandoli con originalità.

Riciclo

I suoi abiti maestosi e le acconciature scultoree sono frutto del riutilizzo di tessuti, pizzi, piume, merli e accessori vari in un mix di arte, provocazione e introspezione. Un mondo fatto di bellezza e ingegno: in passato Monica si era già sbizzarrita ad esempio con la rivisitazione de «Il Mago di Oz». Anche qui, da semplici abiti riciclati, ha realizzato costumi sfarzosi e acconciature teatrali tramite il quale i personaggi sono tornati a raccontare la propria storia trasmettendo anche forti emozioni. «Monica riesce a fondere narrazione, estetica e riflessione in un’unica straordinaria esperienza artistica», conclude il marito.

Prossime opere

E già c’è un’idea anche per il 2026: «In autunno lancerò un nuovo progetto molto audace: total look realizzati con plastica e carta riciclata – scrive sui social –. Ho scelto questi materiali per la loro capacità di trasformarsi: proprio da questa trasformazione prenderà vita la mia prossima opera perché la bellezza può nascere da ciò che è stato scartato se lo sguardo che lo accoglie è colmo di visione e sensibilità».

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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