Rodengo Saiano: rinasce la «Casa rossa» con sale, uffici e nuovi spazi

Gabriele Minelli
Il vecchio stabile sarà demolito e ricostruito da zero: investimento da 3,3 milioni, fine lavori tra il 2027 e il 2028
Un'elaborazione grafica del nuovo edificio
Un'elaborazione grafica del nuovo edificio
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Un edificio in disuso da anni, destinato a rinascere come cuore pulsante della vita civica. È questa la trasformazione immaginata dall’Amministrazione comunale guidata da Rosa Vitale per la storica «Casa rossa» di via Brescia, un tempo sede dell’Arci e oggi in stato di abbandono. Dopo decenni di inutilizzo e degrado, lo stabile torna al centro dei piani urbanistici con un progetto di grande respiro.

Multifunzionale

Lo studio di fattibilità, redatto dallo Studio Carrara di Bergamo, è stato illustrato nei giorni scorsi alle consulte comunali e ha ricevuto un primo riscontro favorevole, confermando la volontà dell’Amministrazione di guardare al futuro con un intervento di qualità. L’attuale edificio sarà abbattuto e ricostruito da zero, con l’obiettivo di dar vita a un immobile moderno, accessibile e multifunzionale.

Al suo interno troveranno spazio la sede della Polizia locale con il relativo centro operativo per la videosorveglianza, l’ufficio anagrafe, una sala polifunzionale a moduli per eventi pubblici, corsi e iniziative culturali, e diverse associazioni radicate sul territorio. A disposizione ci saranno 800 mq distribuiti su tre piani. Lo studio è destinato a diventare presto progetto esecutivo, permettendo così al Comune di partecipare a bandi nazionali e regionali e ottenere finanziamenti utili a sostenere l’intervento. Il costo complessivo è stimato in 3 milioni e 300mila euro, cifra che comprende tutte le fasi progettuali ed esecutive, con termine dei lavori previsto tra il 2027 e il 2028.

Così si presenta oggi lo stabile ex Arci - © www.giornaledibrescia.it
Così si presenta oggi lo stabile ex Arci - © www.giornaledibrescia.it

«È un progetto davvero importante – afferma il vicesindaco e assessore all’Urbanistica Francesco Andreoli – perché risponde a più esigenze della comunità. Da un lato offre ambienti adeguati alla Polizia locale e agli uffici comunali, dall’altro garantisce spazi versatili per associazioni, eventi e attività culturali. Il costo è elevato, ma proporzionato alla qualità prevista: materiali di pregio, attenzione all’acustica, sicurezza antisismica ed estetica in continuità con il tessuto urbano circostante».

Costruita negli anni Settanta da un comitato cittadino, la Casa rossa ospitava inizialmente un circolo ricreativo. Col tempo l’edificio ha perso funzioni e interesse, fino alla dismissione e all’abbandono. Nel 2024 il Comune ha proceduto con l’acquisto dello stabile per 380mila euro.

Critiche

Non sono mancate però le critiche politiche. Il gruppo di minoranza Civica Uno di noi, pur avendo espresso voto favorevole all’acquisto, contesta l’impostazione generale del progetto. «Avevamo auspicato una destinazione diversa, come una mensa scolastica o spazi per servizi diretti alle famiglie – spiegano i consiglieri Luigi Caimi e Diego Meneghello –. Riteniamo l’intervento sovradimensionato rispetto alle reali esigenze del paese e non riteniamo opportuno ricorrere a nuovi mutui per finanziare un’opera non prioritaria. Un debito di oltre 3 milioni di euro rischia di pesare sui bilanci comunali per anni».

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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