Cronaca

Rifiuti, il «no» al porta a porta riapre la faglia politica

Dopo la decisione della Loggia di non cambiare il sistema di raccolta differenziata, è baraonda politica. Il Pd propone «il quartiere pilota». Avs e Bs Attiva: «Ripensateci»
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Il giorno dopo il de profundis della Loggia sul passaggio al sistema di raccolta dei rifiuti porta a porta, è una gran baraonda politica. Accuse, contro-accuse, i primi post (inevitabili) di protesta, i primi mezzi passi indietro sulle responsabilità di una scelta che – ad eccezione di Bs Attiva e di Al lavoro con Bs – è stata in tutto e per tutto collegiale tra i consiglieri seduti nei partiti di maggioranza in Loggia.

Tra mugugni, richieste di ripensarci e qualche nodo in più legato al dito, a uscire dal cilindro è una nuova proposta del Pd. No: non per ridiscutere tutto, della decisione la maggioranza della maggioranza è convinta: mettere in moto la metamorfosi dal sistema misto al porta a porta integrale «graverebbe troppo sulle bollette dei cittadini». Sembra più un ramoscello d’ulivo a chi – come Legambiente – ricorda al centrosinistra che «dopo due anni di studi e riflessioni non si fa neppure un minimo passo avanti».

La proposta: il quartiere pilota

Ecco la proposta: avviare una sperimentazione in un quartiere o zona della città, «così da valutarne efficacia, costi e benefici come primo passo per raggiungere in tempi adeguati l’estensione» del servizio a tutto il capoluogo. A chiederlo è la Direzione cittadina dei dem (anche se è già nota una posizione scettica della Giunta, il che rende più complesso percorrere la strada della «zona pilota»), che sente la necessità di precisare: «Il Pd sostiene il rafforzamento delle misure già avviate dall’assessora Camilla Bianchi, a cui rinnoviamo la totale fiducia e un particolare ringraziamento per il grande lavoro svolto».

Reazioni

La prima a manifestare la sua delusione è stata Valentina Gastaldi (Bs Attiva) che, sui social, alla vigilia del teorema di riunioni, ha esplicitato: «La politica è governare il cambiamento, se non siamo neanche in grado di fare uno step così piccolo come si affronta la crisi climatica e come pensiamo di candidarci a capitale green?». Sugli scudi anche Europa Verde: «La maggioranza non ha avuto il coraggio di puntare sui vantaggi che fanno fare un passo in avanti alla transizione ecologica» dicono i portavoce Nicoletta Fiotta e Dario Balotta, che invocano «un ripensamento e un nuovo confronto».

Più tranchant Sinistra italiana, per voce del segretario cittadino Mattia Datteri, e Al lavoro con Bs con il capogruppo Francesco Catalano: «Di porta a porta integrale si discute da decenni. Sembrava fosse la volta buona, invece è stata una delusione per noi che facciamo della questione ambientale e di quella sociale il cuore della nostra azione politica. Sembra prevalga la paura del cambiamento, il timore di perdere consenso per l’impopolarità di un aumento delle tariffe».

La sentenza politica è impietosa: «Ci aspettavamo di più da questa maggioranza: la risposta è la conservazione dell’esistente. La nostra proposta di una campagna di ascolto che partisse dai Consigli di quartiere, per coinvolgere associazioni, sindacati, attività economiche non sembra interessare. Per scelte così importanti è necessario un dibattito pubblico aperto e ampio. E così mentre quasi tutta la provincia si muove sul porta a porta integrale, in città probabilmente continueranno a troneggiare i cassonetti, con la pila di sacchi ai loro piedi. La Tari crescerà comunque, per gli adeguamenti di Arera e le scelte del Governo. L’amministrazione avrebbe anche potuto ridurre l’impatto economico sulle fasce più deboli della popolazione. Restare fermi non fa parte della nostra prassi politica. Soprattutto su un argomento, quello ambientale, che ha più che mai bisogno di scelte innovative. Non nascondiamo la nostra delusione per questa occasione mancata, che non farà altro che posticipare alle prossime amministrazioni una scelta ineludibile. Scelte che non possono rimanere promesse mancate».

Ma il passaggio politico più duro arriva alla fine: «Confidiamo che il confronto dei prossimi mesi riesca ad affrontare molte delle questioni che restano aperte, tenendo ben presenti gli impegni programmatici dell’alleanza che regge questa tornata amministrativa, in una fase segnata da gravi contraddizioni sul piano della democrazia, della giustizia sociale e della tutela ambientale».

Come a dire: se nessuno degli impegni «di bandiera» inseriti nel programma viene affrontato, il patto non è scontato che regga. La faglia a sinistra si è riaperta.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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