Il cadavere nel lago di Garda è di un 54enne cameriere di hotel

Ha servito la prima colazione di venerdì agli ospiti dell’albergo di Andalo, in Trentino, dove lavorava ormai da sette anni. Poi ha timbrato il cartellino, è passato in camera a prelevare cellulare e personal computer ed è sparito nel nulla. Il titolare dell’hotel lo ha atteso al suo posto, in sala, per la cena. Non vedendolo tornare, nemmeno l’indomani mattina, non ricevendo risposte al telefono, ritenendo insolito il comportamento di un collaboratore puntuale, preciso e fidato come lui, l’albergatore ha dato l’allarme.
I carabinieri si sono mossi subito, ma la svolta è arrivata solo nel primo pomeriggio di ieri quando il fratello del datore di lavoro, albergatore a sua volta ma a Sirmione, informato dell’improvvisa sparizione dell’uomo e venuto a conoscenza dalla stampa locale del ritrovamento di un cadavere nel lago di Garda, ha collegato le due vicende, chiamato ad Andalo e di fatto instradato le indagini sulla pista che si è rivelata giusta.
Il riconoscimento
Gli uomini della Guardia Costiera di Salò, informati di questa sinistra coincidenza, attorno alle 12 di ieri hanno chiamato l’albergatore trentino, gli hanno dato il tempo di arrivare all’obitorio dell’ospedale di Desenzano e, grazie a lui hanno risolto il giallo del lago di Garda, quello venuto a galla ormai 72 ore fa ad un miglio dalla penisola di Sirmione.

È un 54enne di origini tunisine l’uomo ripescato senza vita dagli uomini della Capitaneria di porto nella mattinata di sabato. Residente formalmente da anni a Gargnano, da sette di fatto viveva e lavorava in un hotel di Andalo. Perché sia morto in mezzo al lago di Garda è domanda alla quale gli inquirenti stanno cercando di dare risposta sulla base degli elementi che al momento hanno a disposizione.
Le ipotesi
Sul cadavere del 54enne, che è rimasto in acqua meno di 24 ore, non sono stati evidenziati segni particolarmente significativi. L’ipotesi di una morte violenta, quindi di natura delittuosa, al momento sembra da scartare. Chi è intervenuto non ha trovato niente di particolarmente indicativo nemmeno tra gli indumenti, se non un biglietto di un battello Navigarda. Due le ipotesi più accreditate: una caduta accidentale in acqua, ma soprattutto quella di un gesto estremo.
Ricostruendo le sue ultime ore i carabinieri di Andalo e gli uomini della Capitaneria di Salò, tramite le immagini delle telecamere di videosorveglianza dell’albergo e della località turistica trentina, hanno scoperto che il 54enne in mattinata era partito dal Trentino in bus alla volta di Mezzocorona, da qui aveva preso il treno per Trento, dov’è stato inquadrato per l’ultima volta. Poi il black out, fino al ritrovamento del cadavere senza nome e senza documenti sabato mattina. Fino all’intuizione dell’albergatore di Sirmione.
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