Rezzato, la Cascina Ospitale regala un futuro ai migranti minorenni

Tra i campi e le colline di Rezzato, c’è un luogo dove la parola ospitalità assume un significato profondo e concreto. È l’azienda agricola Cascina Ospitale, una struttura della Cooperativa Scalabrini Bonomelli (Csb), che oggi accoglie sette ragazzi minorenni non accompagnati provenienti da sette diversi Paesi del mondo. Un microcosmo multiculturale dove si costruisce giorno per giorno un loro possibile futuro, attraverso lo studio, il lavoro, la convivenza e la passione per il calcio. Sette ragazzi tra i 15 e 17 anni e un sogno condiviso di riscatto e vita dignitosa. La Cooperativa è l’artefice di questo e altri miracoli di vera integrazione. Attualmente assiste più di 500 persone, impiegando circa 70 dipendenti tra operatori sociali, educatori, mediatori culturali, psicologi e personale amministrativo.
Il progetto

Nella Cascina Ospitale di Rezzato i sette giovani, ognuno con una storia di migrazione alle spalle, ognuno con sogni e ferite, ma anche con una grande voglia di farcela, si impegnano in diversi percorsi di alfabetizzazione e istruzione. Alcuni sono iscritti alla scuola secondaria di primo grado, altri ancora seguono percorsi formativi alla scuola-laboratorio Bottega o alla scuola professionale Vantini. Ma ciò che più li unisce, al di là delle differenze culturali e linguistiche, è la passione per il calcio. «Sono davvero bravi – racconta il vicepresidente Federico Natali – si allenano spesso, hanno spirito di squadra e competizione, perché anche il campo da calcio diventa un luogo di integrazione spontanea, dove ci si capisce anche senza parlare la stessa lingua».
Agricoltura sociale

Accoglienza ma anche sostenibilità e futuro. La Cascina Ospitale è anche un centro di agricoltura sociale, dove i ragazzi possono partecipare a piccole attività agricole, hanno degli orti condivisi, accudiscono gli animali, che in cascina sono molti, ma imparano anche lavori di falegnameria nel loro laboratorio, dove un maestro falegname insegna a restaurare mobili e arnesi agricoli in legno, che diventano un vero museo dell’agricoltura, perché il lavoro manuale è parte del percorso educativo, e rappresenta uno strumento di autonomia, responsabilizzazione e inclusione. Oltre all’aspetto sociale, il progetto promuove la sostenibilità ambientale, inserendosi a pieno titolo nelle reti territoriali di agricoltura sociale. Accanto a questo anche un pub per serate socio culturali, da condividere con famiglie e amici, dove si possono organizzare feste e eventi. Info alla mail: info@cascinaospitale.it.
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
Iscriviti al canale WhatsApp del GdB e resta aggiornato
@Buongiorno Brescia
La newsletter del mattino, per iniziare la giornata sapendo che aria tira in città, provincia e non solo.
