Rete fognaria di Rovato, dopo cinque anni e dieci milioni si vede la fine

Ultimi ritocchi e prime asfaltature. Rovato e le sue frazioni sono al rush finale della lunga serie di cantieri che, da tre anni e mezzo, hanno messo a dura prova i residenti e le attività, industriali e commerciali, delle frazioni meridionali. Sant’Andrea, Sant’Anna, Duomo, Lodetto solo per citare le più popolose. Borghi agricoli, ancora oggi fortemente legati alla propria storia e comunità. Il boom dei residenti degli ultimi 15 anni ha fatto però lievitare il numero di abitanti, ormai almeno un terzo dei circa 20mila rovatesi.
Ultimi mesi
In questi giorni partiranno le prime asfaltature, da Sant’Andrea, e gli ultimi allacci fognari, con un cronoprogramma che da fine agosto di quest’anno si completerà nella primavera 2026. «Serviva intervenire – rimarca il sindaco della capitale della Franciacorta, Tiziano Belotti – per sanare un vulnus lungo almeno mezzo secolo», tanto da fare scattare, un decennio fa, una procedura d’infrazione comunitaria.
Il piano di asfaltature, già in partenza, è pronto. «Mi rendo conto che il disagio alla viabilità – aggiunge Belotti – provocato dai lavori di quasi quattro anni è stato ed è davvero tanto, ma l’estensione della rete fognaria alle frazioni, oltre che un obbligo comunitario, era anche una questione di principio e di tutela del territorio. Un’opera di buon senso, e utile. Anzi, indispensabile».
Nel dettaglio
Al centro dell’intervento 6 chilometri di nuove tubazioni idriche – via il fibrocemento, spazio alla ghisa – e 15 chilometri di fognature, tra collegamenti con i centri abitati e opere di sollevamento. Obiettivo, come spiega il progetto approvato nel febbraio 2020, «recapitare i reflui al sistema di collettamento e depurazione intercomunale e realizzare le condotte di raccolta delle acque nere, incluso eventuali opere di sollevamento, riducendole comunque al minimo, favorendo così il funzionamento dello schema a gravità», aiutato dalla presenza – all’estremo sud del territorio rovatese – del depuratore consortile del Manganino, inaugurato sempre da Acque Bresciane esattamente 12 anni fa, con un investimento complessivo di 26 milioni di euro.
Nel caso delle fognature il 2025 rappresenta l’ ultimo tassello del lungo percorso iniziato nell’estate 2013, l’investimento era inizialmente stimato in 8 milioni di euro, è salito durante i cantieri – tra pandemia e aumento dei costi, a partire dal conflitto in Ucraina – a circa 10 milioni di euro, arrivati da Acque Bresciane e da un finanziamento di Regione Lombardia.
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