Rapì il figlio di 5 anni, la Corte d’Appello riduce la condanna a 3 anni e 3 mesi

Riqualificato il reato di sequestro di persona in sottrazione di minore, dato che la libertà del bimbo non era stata compromessa
Rapì il figlio, condanna diminuita in appello
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La Corte d’Appello di Brescia ha rideterminato in 3 anni e 3 mesi la condanna nei confronti di Marius Bruma, il 35enne rumeno che il 5 ottobre del 2022, durante un incontro protetto, aveva rapito il figlio di 5 anni mostrando una pistola all’assistente sociale che doveva controllare l’incontro.

Già la Procura Generale aveva chiesto di riqualificare il reato in sottrazione di minore dato che non era stata compromessa la libertà del bimbo e che sul tema non si dovesse procedere perché non era stata presentata querela. La Procura sosteneva che l’uomo dovesse essere condannato per il porto dell’arma clandestina e per la violenza privata nei confronti dell’operatrice dei servizi sociali con una pena finale di 3 anni e 3 mesi. In primo grado la condanna era stata di 4 anni.

La madre del bimbo, che si è costituita parte civile per conto del figlio, ha chiesto la conferma della sentenza di primo grado. La difesa dell’uomo invece ha chiesto il proscioglimento da tutte le accuse, associandosi alla Procura Generale sul tema della riqualificazione del reato e chiedendo il proscioglimento sugli altri capi perché l’arma non aveva caricatore e non poteva sparare e perché l’assistente sociale aveva detto in aula si non essersi mai sentita in pericolo. La Corte ha riqualificato il reato di sequestro di persona in sottrazione di minore e disposto il non luogo a procedere.

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