Cronaca

Soldi dei lavoratori stranieri verso l’estero: da Brescia 221 milioni

Il dato fa riferimento al 2024: la prima destinazione è il Pakistan, seguito da India e Marocco. La Cina è un «mistero»: i numeri sono crollati
Un lavoratore - Foto Ansa © www.giornaledibrescia.it
Un lavoratore - Foto Ansa © www.giornaledibrescia.it
AA

Un flusso silenzioso di denaro che da Brescia raggiunge i quattro angoli del mondo. Risparmi che sostengono famiglie lontane e costruiscono ponti invisibili. Secondo i dati della Banca d’Italia, ammonta a 221 milioni di euro il valore delle rimesse che i lavoratori stranieri della provincia di Brescia hanno inviato legalmente nel 2024 nei loro Paesi d’origine.

Le destinazioni

Prima destinazione è il Pakistan con oltre 44,2 milioni (in calo di 6,5 milioni sul 2023), seguito da India (29,9 mln, in diminuzione di 3mila euro) e Marocco (con 16,2 milioni di euro, 500mila euro in meno); a seguire Bangladesh (con circa 12,8 milioni, +1,8 milioni) e Senegal (12,5 milioni, -2,8 milioni).

Questi primi cinque Paesi, da soli rappresentano oltre la metà (115,8 milioni) delle rimesse inviate dalla nostra provincia. Ma tra i 162 Paesi censiti dalla Banca d’Italia ci sono anche Paesi dell’America centrale caraibica, come la Repubblica di Trinidad e Tobango e le remote Isole Salomone in Oceania.

L’andamento

A fotografare la «geografia economica» connessa da mille «fili nascosti» è Marco Marcocci, presidente dell’associazione «Migranti e Banche odv» e collaboratore della Fondazione Credito Cooperativo «Tertio Millennio ets» che ha analizzato i dati Bankitalia. Per il secondo anno consecutivo, Brescia segna una contrazione del flusso di rimesse: il calo è di circa 14 milioni rispetto al 2023 e di 21 milioni rispetto al 2022. Ma analizzando il flusso degli ultimi dieci anni il balzo è notevole: si è passati dai 145 milioni del 2015 ai 221 del 2024 con il picco appunto nel 2022.

«Il tema delle rimesse di denaro dei migranti è rilevante, anche perché in molti Paesi del Sud del mondo questi risparmi costituiscono una voce del Pil di primaria importanza – spiega Marcocci –. Altrettanto importante è il tema dell’inclusione finanziaria dei migranti (attraverso strumenti bancari ed assicurativi sicuri e legali) tramite la quale si ottiene la cosiddetta cittadinanza economica, che va a completare il processo di inclusione del migrante nel contesto economico e sociale del Paese che lo ospita. Anche per questo è importante intervenire con percorsi di educazione finanziaria rivolti a cittadini stranieri».

Raffronto regionale

I dati del report – scrive Bankitalia – «riguardano esclusivamente i trasferimenti di denaro tra persone fisiche, effettuati tramite un istituto di pagamento o altro intermediario autorizzato». A livello nazionale, nel 2024, sono state inviate rimesse per oltre 8,2 miliardi e di questi, oltre 1,8 miliardi è «fuoriuscito» dalla Lombardia che guida la classifica delle regioni italiane sebbene in diminuzione di 33 milioni.

Oltre la metà del flusso regionale parte dalla provincia di Milano (oltre 900 milioni), Brescia è al secondo posto (221,9 milioni) seguita da Bergamo (152,9 milioni), quindi Monza e Brianza (120 milioni). «Queste rimesse vengono effettuate prevalentemente tramite Money Transfer, strumento al quale può fare ricorso solo a chi ha requisiti di legalità».

Ma non tutto passa per quel canale – spiega Marcocci – «esiste un sommerso che viaggia su gomma: amici parenti che portano i soldi a casa col pulmino per un volume di denaro che è più o meno equipollente».

Il mistero della Cina

Per il secondo anno consecutivo, Brescia segna una contrazione del flusso di rimesse
Per il secondo anno consecutivo, Brescia segna una contrazione del flusso di rimesse

A livello nazionale come nel Bresciano, resta il mistero delle rimesse inviate verso la Cina che nel 2024 nella nostra provincia si sono attestate a solo 640mila euro, confermando l’andamento negativo iniziato una quindicina di anni fa: nel 2011 dalla nostra provincia furono inviate in Cina rimesse per oltre 20 milioni. «Quella cinese è una comunità impenetrabile – commenta Marcocci –. A livello nazionale è stata anche al centro di indagini della Guardia di Finanza. Il denaro inviato dall’Italia serve a sostenere progetti di sviluppo all’estero: «Esportare economia finanziaria - conclude - può aiutare a fermare i barconi».

Le prime e seconde generazioni tendono a voler migliorare le condizioni economiche di chi è rimasto nel proprio Paese, chi invece è integrato da più tempo pensa a comprar casa qui o a migliorare la sua condizione economica, molto spesso ha aperto una partita Iva e vuole fare crescere la propria azienda».

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

Iscriviti al canale WhatsApp del GdB e resta aggiornato

Icona Newsletter

@Buongiorno Brescia

La newsletter del mattino, per iniziare la giornata sapendo che aria tira in città, provincia e non solo.