Protesta dei dipendenti bresciani di Poste: doppio sit-in e sciopero di un’ora

I due presidi in via Dalmazia e in via Gambara, davanti alle strutture in cui si sono registrate criticità in tema di sicurezza: «Non sono state fatalità ma infortuni annunciati»
  • Il sit-in dei dipendenti di Poste Italiane
    Il sit-in dei dipendenti di Poste Italiane
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    Il sit-in dei dipendenti di Poste Italiane
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Due presidi e uno sciopero (di un’ora a fine turno), a scandire la giornata di protesta dei lavoratori bresciani di Poste Italiane. La goccia che ha fatto traboccare il vaso è stato l’infortunio di un lavoratore mentre movimentava un roll container nel centro di smistamento di via Dalmazia.

«Avevamo già segnalato la pericolosità di quelle gabbie valutandole non idonee alla funzione di trasporto tramite furgone - spiega Alberto Fostinelli della Slc Cgil di Brescia, con delega alle Poste -. E puntualmente si è verificato l’infortunio, che solo per una circostanza fortunata non è stato grave».

Un caso che si aggiunge alle aggressioni subite da tre sportellisti nell’ufficio postale di via Gambara la settimana scorsa. Ecco perché i due sit-in di due ore - questa mattina e questo pomeriggio - sono stati organizzati davanti alle due strutture di Poste in cui si sono registrate criticità sul fronte sicurezza.

Non solo, perché la Cgil ha proclamato per oggi anche un’ora di sciopero a fine turno per tutti i turni e tutti i settori di Poste Italiane nel Bresciano. E anche se mancano ancora i dati ufficiali di adesione alla protesta, per i delegati Cgil i numeri sono incoraggianti, in particolare in città. «Non sono state fatalità ma infortuni annunciati», ripetono i circa 15 manifestanti davanti all’ufficio di via Gambara, che temono una recrudescenza dei casi di infortuni e degli episodi di insicurezza per i dipendenti.

La mobilitazione, d’altronde, si innesta in un periodo già particolarmente caldo sul fronte della sicurezza sui luoghi di lavoro (le vittime bresciane da inizio anno sono già 7) - a conferma di uno scollamento crescente nelle relazioni tra lavoratori (e relativi rappresentanti sindacali) e vertici delle aziende. Ecco perché, «se lo scenario non dovesse cambiare e dovessero verificarsi altri episodi, siamo pronti a nuove mobilitazioni» dicono dal sit-in.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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