Pride a Brescia, i contrari: «Offese alle nostre radici»

Queste le critiche mosse alla manifestazione dal sindaco di Maclodio, Simone Zanetti, e da Carlo Andreoli, consigliere comunale di FdI a Brescia: «Mancanza di decoro»
Uno dei carri presenti al Brescia Pride - Foto Marco Ortogni-Benini/Neg © www.giornaledibrescia.it
Uno dei carri presenti al Brescia Pride - Foto Marco Ortogni-Benini/Neg © www.giornaledibrescia.it
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«Senza decoro e civiltà non ci può essere il patrocinio del Comune». È fermissimo nella sua posizione il sindaco di Maclodio, Simone Zanetti, che riafferma la propria scelta sul Brescia Pride e ribadisce quanto espresso nella nota stampa dei giorni scorsi, là dove sosteneva che la manifestazione arcobaleno è portatrice «di una visione che contrasta con gli ideali e i princìpi eterni che si ha il dovere di difendere e di affermare». Una visione che Zanetti non esita a definire «politica», come «politico è anche il comitato che la promuove».

Le motivazioni

Per quanto riguarda la manifestazione in quanto tale, il sindaco non esita a definirla una «espressione di mancato decoro e di inciviltà: ci sono provocazioni, volgarità, esibizioni ostentate, offese al pudore, sessualità spettacolarizzata. Di conseguenza non può essere assolutamente sostenuta da una istituzione quale è il Comune».

D’altro canto, rileva, «io ho preso una posizione molto netta con un diniego, ma quanti Comuni bresciani hanno concesso il patrocinio? Soltanto una decina su un totale di 205. È un dato di fatto che dovrebbe fare riflettere». In questi giorni, riferisce inoltre Zanetti, «mi sono stati rivolti insulti, attacchi e critiche pesanti, che tuttavia non mi scalfiscono minimamente: è assurdo che chiunque abbia idee che contrastano la visione del mondo espressa al Pride venga subito etichettato come omofobo. Io ho espresso semplicemente una posizione supportata da argomentazioni».

Argomentazioni che Zanetti intende portare anche al confronto pubblico al quale lo ha invitato il sindaco di Ome, Comune che ha patrocinato l’evento della comunità Lgbtqiapk+: «Ho subito accettato di partecipare al dibattito: si terrà con ogni probabilità a Brescia il 16 settembre, stiamo definendo i dettagli».

Fratelli d’Italia

Solidale con la posizione di Zanetti è Carlo Andreoli, consigliere comunale di FdI a Brescia: «Io mi affido alla Costituzione, è chiaro che ognuno può esprimere il proprio pensiero. Però dipende anche da come si esprime questo pensiero: la maniera violenta con la quale spesso si offendono le radici cristiane in queste manifestazioni io non la accetto. Insultare la Madonna o Gesù Bambino sono forme di violenza. Ai Pride capita di vedere scene che fanno rabbrividire proprio per la mancanza di decoro e di rispetto».

Sul tema dei diritti Andreoli poi si chiede: «Quali verrebbero negati nella Repubblica italiana? Io credo nessuno. Alcune istanze avanzate al Pride semplicemente non sono recepibili, come per esempio le adozioni gay: il percorso di crescita di un bambino deve essere condiviso da una figura maschile e da una femminile». E il patrocinio? «Ha fatto bene a negarlo Maclodio, ha fatto male la Loggia a concederlo: per di più si tratta della manifestazione di un movimento politico».

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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