CronacaBassa

Pontoglio, operai protestano minacciando di lanciarsi dal ponteggio

I lavoratori hanno affermato di non essere stati pagati: sono scesi dopo ore di trattativa
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Pontoglio, gli operai che protestavano scendono dal ponteggio
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Momenti di grande apprensione a Pontoglio in un cantiere in via Industria, dove alcuni operai per circa tre ore hanno protestato perché non sono stati pagati per il lavoro del mese di luglio.

Due uomini – dipendenti di una ditta esterna – e il figlio di uno di loro hanno minacciato di buttarsi dal ponteggio di circa 8 metri. Uno dei tre ha tenuto tra le mani anche una bottiglia con all’interno del liquido probabilmente infiammabile, con il quale si è cosparso la maglietta. La strada, che costeggia il fiume, è stata bloccata. Sul posto Vigili del fuoco, ambulanze e carabinieri della Compagnia di Chiari. Anche il sindaco Alessandro Pozzi si trovava lì: insieme ai carabinieri ha parlato con il capo squadra, che non si trovava sul ponteggio.

  • La protesta degli operai sul tetto a Pontoglio
    La protesta degli operai sul tetto a Pontoglio - © www.giornaledibrescia.it
  • La protesta degli operai sul tetto a Pontoglio
    La protesta degli operai sul tetto a Pontoglio - © www.giornaledibrescia.it
  • La protesta degli operai sul tetto a Pontoglio
    La protesta degli operai sul tetto a Pontoglio - © www.giornaledibrescia.it
  • La protesta degli operai sul tetto a Pontoglio
    La protesta degli operai sul tetto a Pontoglio - © www.giornaledibrescia.it
  • La protesta degli operai sul tetto a Pontoglio
    La protesta degli operai sul tetto a Pontoglio - © www.giornaledibrescia.it

L’epilogo

Appena prima delle 13, dopo ore di trattativa, le tre persone ancora barricate sul tetto del cantiere sono scese. Si tratta di due adulti e di un ragazzo minorenne. I quattro operai della ditta esterna (uno di loro non era presente) nel mese di luglio avrebbero dovuto percepire 11.600 euro, ma avevano preso soltanto 9.000 euro. Il titolare dell’impresa affidataria ed esecutrice, per far scendere i manifestanti, ha effettuato quattro bonifici per un totale di 5.000 euro.

Denaro che l’azienda «madre»  nota società bergamasca – non avrebbe dovuto versare sui conti degli operai, visto «che avevamo già pagato la società subappaltatrice, più di 20mila euro, per i lavori svolti. Ovviamente faremo causa alla società», ha spiegato uno dei titolari della ditta.

La rabbia

«In questo cantiere ci siamo occupati della realizzazione dei muri – ha spiegato il caposquadra, prima di far ritorno a casa insieme al figlio 16enne e a due dei tre colleghi che non sono stati pagati, il quarto non ha preso parte alla protesta –. Siamo stati assunti da questa ditta di Brescia, che avevo conosciuto tramite un amico, e abbiamo lavorato qualche giorno a giugno e tutto luglio. Complessivamente ci doveva 11.600 euro, da dividere in quattro. E invece ne abbiamo ricevuti soltanto 4mila, non è giusto. Abbiamo tutti una famiglia da mantenere. Siamo arrivati a questo gesto per disperazione».

La giornata

La protesta ha tenuto con il fiato sospeso le numerose persone che in pochi minuti si sono riversate in via Industria, la strada che costeggia il fiume Oglio, con lo sguardo rivolto verso l’alto. Verso il tetto dell’edificio di proprietà comunale sotto i ferri dal 15 maggio dell’anno scorso. Un intervento – l’importo complessivo dell’opera è di circa 672mila euro – che, anche se in ritardo sulla tabella di marcia, sta trasformando un ex rudere in una struttura moderna a disposizione della comunità. Infatti, sul posto, oltre al vicecomandante della Compagnia dei carabinieri di Chiari – insieme a lui i militari di Chiari e Palazzolo – e ai titolari dell’impresa appaltatrice, è intervenuto il sindaco Alessandro Pozzi.

«La prima cosa che ci tengo a precisare è che il Comune e l’azienda affidataria non c’entrano nulla: anzi i titolari che gestiscono il cantiere hanno versato il denaro per chiudere questa vicenda, che si è creata perché la società subappaltatrice non ha pagato i propri dipendenti – ha spiegato il sindaco –. Per fortuna non è successo nulla, avrebbero potuto esserci conseguenze più drammatiche».

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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