Poliambulanza e Cromodora insieme per i bambini a rischio disabilità

«In Lombardia la sanità è messa molto meglio rispetto ad altre regioni», dice Mario Taccolini, presidente di Fondazione Poliambulanza di Brescia. Però, visto che i fondi disponibili non sono illimitati, per decidere i progetti su cui puntare al Pirellone guardano anche ai numeri: siccome i neonati che hanno bisogno di riabilitazione precoce sono pochi (mediamente alla Poliambulanza 6 casi l’anno di paralisi cerebrale infantile), questo tipo di assistenza sanitaria non è in cima alle urgenze a cui il servizio sanitario nazionale può dare una risposta.
«Per fortuna c’è Cromodora Wheels», aggiunge Taccolini. L’azienda ghedese, infatti, ha deciso di offrire 300.000 euro (100.000 euro l’anno, per un triennio) da destinare a «Brain Up», un nuovo e articolato progetto che garantisce la riabilitazione precoce ai neonati con rischio di disabilità.
«Al momento – assicura Ermanno Pedrini, presidente di Cromodora Wheels –, il nostro impegno è di 3 anni, ma intendiamo continuare». Taccolini ringrazia, sottolineando la concreta e positiva collaborazione tra l’azienda e la Poliambulanza, ma anche «la grande sensibilità di tutto il personale della Cromodora, dal presidente ai dipendenti, che ringrazio di cuore». Ieri, infatti, nei capannoni dell’azienda, che si trova sul confine tra Ghedi e Montichiari, alla presentazione del progetto «Brain Up» c’erano anche i dipendenti di Cromodora Wheels e della Poliambulanza, riuniti, come una grande famiglia, nel segno della solidarietà.
Oltre il ricovero
Insieme a Pedrini («Con Brain Up investiamo sul futuro delle persone e del territorio») e a Taccolini («Il sostegno di Cromodora Wheels ci permette di rafforzare un ambito che richiede presenza, coordinamento e responsabilità»), c’erano anche Marcellino Valerio (direttore generale di Fondazione Poliambulanza), Chiara Mulé (direttore della Riabilitazione specialistica) e Antonella Vangelista (esperta di Riabilitazione specialistica).

Dopo aver ricordato Madre Eugenia Menni, che nel 1940 ha gettato le basi della Fondazione, Valerio ha precisato che «la riabilitazione va oltre il ricovero, perché seguirà i piccoli fino ai 6 anni». Chiara Mulé, invece, ha spiegato la genesi del progetto: «Visto che il sistema sanitario ha risorse limitate, è nata l’idea di seguire i bambini anche dopo il ricovero: è un investimento sul futuro, perché chi seguiamo oggi, domani avrà una riduzione della disabilità».
Antonella Vangelista, infine, è entrata nel merito del progetto Brain Up: «Abbiamo costruito un team per la neuroriabilitazione multidisciplinare precoce: c’è anche il terapista occupazionale, che lavora per portare i bambini alla massima autonomia possibile».
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