«Piazza Loggia 50», i ricordi personali della Strage diventino memoria collettiva

La Casa della Memoria e il Giornale di Brescia promuovono una raccolta di materiali e testimonianze
Uno scatto del giorno della Strage - Foto Ansa
Uno scatto del giorno della Strage - Foto Ansa
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Alimentare la memoria collettiva con frammenti di memoria individuale. Tirare fuori dai cassetti del proprio vissuto ricordi che fino ad oggi hanno avuto una dimensione solo intima, per attribuir loro - domani - una portata pubblica, un valore storico.

Come fare

È questo lo scopo di «Piazza Loggia 50», l’iniziativa pensata dalla Casa della Memoria e tradotta in sostanza dal Giornale di Brescia in occasione del cinquantesimo anniversario della Strage. Si tratta di un «collection day», di un appello a tutti coloro che c’erano, che hanno conservato fotografie, diapositive, filmini dell’epoca in grado di testimoniare quanto accadde il 28 maggio del 1974, ma anche nei giorni precedenti e successivi all’attentato che costò la vita ad otto persone e causò il ferimento di altre 102, a mettere mano ai loro personalissimi archivi e a metterli a disposizione di chi alla memoria di quella vicenda ha dedicato la vita.

A partire da oggi è possibile scrivere all’indirizzo di posta elettronica piazzaloggia50@giornaledibrescia.it. Può farlo anche chi ha custodito un diario di quei giorni, lettere, testimonianze scritte, manifesti e volantini, ma anche chi semplicemente si senta di contribuire con una testimonianza personale, un ricordo tramandato da una nonna, dal papà, da una zia, o abbia semplicemente conservato un reperto della piazza e della manifestazione. Nella email dovrà brevemente descrivere, anche attraverso di fotografie ove possibile, come e con che cosa ritiene di contribuire alla raccolta.

Anche online e in tv

«La grande famiglia del Giornale di Brescia - con tutti i suoi mezzi, dal giornale di carta alla tv, la radio e il web (sul sito ci sarà anche una sezione dedicata) - si è messa ben volentieri a disposizione di quest’iniziativa - spiega il nostro direttore Nunzia Vallini - accompagnando la narrazione della storia (anche giudiziaria) con una raccolta popolare capace di documentare l’evoluzione del sentiment diffuso attraverso frammenti di memoria familiare e nello stesso tempo rendere perenne il valore della memoria, che diventa e resta tale solo se arricchito dalla consapevolezza collettiva».

La scelta

A valutare le richieste pervenute e il materiale messo a disposizione sarà un comitato scientifico composto da incaricati del Giornale di Brescia e di Casa della Memoria, il grande contenitore promosso da Comune, Provincia e Associazione Familiari Caduti che dal 2000 opera per favorire attività ed iniziative destinate a mantenere vivo il ricordo di quei tragici fatti. I mittenti selezionati saranno ricontattati e convocati per la consegna del materiale, per la raccolta della testimonianza, per tradurre la risposta alla chiamata in memoria tangibile e a disposizione di tutti. Per trasformare «l’io c’ero» in «io voglio esserci».

«Quando entro in piazza della Loggia - dice Manlio Milani, presidente di Casa della Memoria - la piazza mi accoglie, ma mi lancia sempre anche un monito. È come se mi invitasse a ricordate che la bomba non ha colpito solo me, ma ha colpito tutti, la città, anche chi non c’era. La piazza, quindi, è innanzitutto un luogo pubblico, un fatto pubblico e solo una memoria pubblica e condivisa la tiene in vita. Ecco perché è importante collocare l’elemento individuale nella dimensione collettiva. Mettere a disposizione di tutti il proprio ricordo».

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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