Gli fu negato il passaporto dopo la multa: ora lo avrà

Ha vinto il ricorso e può ottenere il documento di viaggio elettronico per rifugiati che gli era stato negato per una multa, da 8mila euro, non pagata dal 2005. Lo ha stabilito il Tar di Brescia che ha ribaltato la decisione della Questura in merito alla richiesta, presentata nel 2024, da un 56enne gambiano, assistito dall’avvocato Stefano Afrune.
«L’esigenza di garantire l’esecuzione di una condanna penale pecuniaria non può rappresentare per lo Stato un "gravissimo motivo attinente la sicurezza nazionale e l’ordine pubblico" e quindi non impedisce il rilascio del titolo di viaggio» scrive la Prima Sezione del Tar di Brescia con la sentenza pronunciata mercoledì scorso.
La vicenda parte dal 2005 quando lo straniero, che allora aveva 36 anni, aveva patteggiato una condanna a tre anni e due mesi davanti al Gip di Pistoia per una vicenda di droga. Oltre alla reclusione, che è stata interamente scontata, il giudice aveva comminato una ammenda di 8mila euro che però l’uomo non ha mai saldato. Ha spiegato, con i relativi documenti, di non aver pagato perché in difficoltà economica.
Nel 2024 ha presentato la richiesta del documento speciale che le Questure possono rilasciare agli stranieri che, essendo rifugiati, non lo possono chiedere al Paese di cui sono cittadini. Nel 2025 però la Questura ha respinto la richiesta sulla base della legge che prevede, tra i motivi per rifiutare il rilascio del passaporto, e di titoli equipollenti, «dover espiare una pena restrittiva o soddisfare una ammenda». Una circostanza però che, scontata la condanna, il Tar non ha ritenuto sufficiente.
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