Paratico in questi giorni è un museo di scultura a cielo aperto

Flavio Archetti
Grazie agli artisti partecipanti al simposio biennale «Scolpire in piazza», il paese è punteggiato da 90 statue di pietra. Domenica al bosco dei Taxodi ci sarà la premiazione delle 5 migliori di quest’anno
Alcune delle statue a Paratico - © www.giornaledibrescia.it
Alcune delle statue a Paratico - © www.giornaledibrescia.it
AA

Passeggiare per alcune vie e parchi di Paratico è come farlo in un museo di scultura a cielo aperto. Pochissimi paesi, o forse nessun altro, almeno nella nostra provincia, vanta la presenza di tante statue scolpite nella pietra ad arredare i luoghi pubblici. Nella cittadina del basso lago, ad oggi, ce ne sono circa 90. Sono tutte frutto della creatività degli scultori partecipanti al simposio biennale «Scolpire in piazza», la cui sedicesima edizione ha preso il via domenica scorsa e continuerà per tutta la settimana fino a domenica 13 quando alle 20.30 al bosco dei Taxodi ci sarà la premiazione delle cinque opere che in queste ore stanno prendendo forma nei blocchi di pietra arenaria donati al Comune dall’impresa Pietra di Sarnico Cave di Ministrini Giuseppe.

L’evento artistico

Il simposio, che torna in grande spolvero dopo l’edizione ridotta del 2023, vede la presenza di sei artisti che eseguiranno cinque lavori: due provenienti dalla provincia di Bergamo (Castelli Calepio e Grone), un francese di Grenoble, un coreano e una coppia italo-albanese. Fino a domenica il loro lavoro può essere osservato da chiunque lo desideri, perché martelli e scalpelli sono all’opera su luogo pubblico, nel piazzale davanti all’ingresso del bosco dei Taxodi.

Per questa sedicesima edizione l’Amministrazione comunale che organizza l’evento ha chiesto di tener conto del fatto che le opere si inseriscano nell’ambiente del paese in modo armonioso, completando percorsi già esistenti tra strade e aree verdi o creando con la loro presenza spazi nuovi particolari.

Il tema dell’opera prende spunto da una frase di un testo ottocentesco del filosofo e scrittore americano Henry David Thoreau: «Un lago è il tratto più bello ed espressivo del paesaggio. È l’occhio della terra, a guardare nel quale l'osservatore misura la profondità della propria natura».

È probabile, anche se l’ultima parola non è ancora detta, che una delle cinque sculture troverà posto in acqua, davanti al capanno didattico dei taxodi, due nella radura del bosco delle grandi piante acquatiche e le due rimanenti andranno ad allungare la fila di opere che fiancheggiano il viale pedonale della stazione in direzione parco delle Erbe danzanti.

Data questa traccia, ogni scultore potrà interpretarla ed elaborarla secondo il suo modo di sentire artistico. Come ricorda il sindaco Carlo Tengattini, «la prima edizione di questo simposio biennale si è svolta nel 1990. I percorsi in paese invece sono stati creati una decina d’anni fa, togliendo le statue dai magazzini. Si è partiti allestendo la zona sotto il parco dell’Oselanda e si è proseguito con la via delle Fontane, la zona della stazione e altri spazi centrali del paese. Ogni statua, che sia un volto, una fontana, un animale o una forma geometrica, è arricchita da una frase poetica».

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

Iscriviti al canale WhatsApp del GdB e resta aggiornato

Icona Newsletter

@Domenica

Rubriche, commenti, approfondimenti e idee da leggere con calma, quando e dove vuoi.

Suggeriti per te

Caricamento...
Caricamento...
Caricamento...