Omicidio Ziliani: Mirto chiede di vedere la famiglia di Laura

In attesa del processo d’appello Milani vuole accedere alla giustizia riparativa. Ma l’incontro non ci sarà: per i parenti dell’ex vigilessa di Temù si tratta di un passo impossibile da fare
L’uomo del trio: Mirto Milani - Marco Ortogni/Neg © www.giornaledibrescia.it
L’uomo del trio: Mirto Milani - Marco Ortogni/Neg © www.giornaledibrescia.it
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L’incrocio avverrà solamente in un’aula di tribunale. Precisamente venerdì prossimo per la prima udienza del processo d’appello. Ma niente di più. Perché la famiglia di Laura Ziliani - la madre e i due fratelli - non hanno alcuna intenzione di avere un faccia a faccia con Mirto Milani che invece vorrebbe incontrare i parenti dell’ex vigilessa di Temù che lui - con le due figlie della vittima Paola e Silvia Zani - ha ucciso l’8 maggio del 2021 nel paese dell’Alta Valle Camonica.

Silvia e Paola Zani con la madre Laura Ziliani - © www.giornaledibrescia.it
Silvia e Paola Zani con la madre Laura Ziliani - © www.giornaledibrescia.it

L’iter

Milani, trasferito recentemente dal carcere di Brescia a quello di Bergamo, ha infatti avviato l’iter di ammissione al programma di giustizia riparativa introdotto dalla legge Cartabia. Un piano che non incide sul processo penale e che tra i vari passaggi prevede anche «la ricostruzione del legame spezzato tra vittima, reo e comunità».

Per i parenti di Laura Ziliani si tratta di un passo impossibile da fare. Né oggi né mai. Troppo il dolore per quanto accaduto, troppa la rabbia per il comportamento tenuto da quello che gli inquirenti hanno definito «il trio criminale». Paola, Silvia e Mirto hanno ucciso Laura Ziliani a mani nude, l’hanno strangolata dopo averla stordita con benzodiazepine e poi, alla vigilia della festa della mamma, ne hanno seppellito il corpo vicino al fiume Oglio.

La torta per la Festa della mamma farcita di benzodiazepine - © www.giornaledibrescia.it
La torta per la Festa della mamma farcita di benzodiazepine - © www.giornaledibrescia.it

Sporgendo infine denuncia di scomparsa, depistando in ogni modo i carabinieri impegnati nelle indagini e proclamandosi sempre innocenti fino a quando è stato possibile.

Fino a quando cioè il compagno di cella di Mirto Milani ha raccontato agli investigatori ciò che il giovane gli aveva rivelato sulla notte dell’omicidio. Una ricostruzione dettagliata che una volta finita nero su bianco negli atti dell’inchiesta ha messo spalle al muro prima Mirto, costretto a confessare anche in Procura, e di conseguenza le due sorelle Zani che pure loro a quel punto non hanno più potuto mentire.

Se non ci fosse stato il detenuto che su un diario aveva annottato ogni parola di Mirto in merito alla notte dell’otto maggio 2021, probabilmente i tre giovani avrebbero continuato a negare l’accusa di omicidio. E anche per questo i familiari di Laura Ziliani, non credendo ad un pentimento vero, non hanno alcuna intenzione di incontrare Mirto Milani. Che però si ritroveranno davanti venerdì prossimo per il processo d’appello.

Il processo

Si riparte dalla triplice condanna all’ergastolo inflitta in primo grado e impugnata in appello dai legali del trio. I difensori chiedono una nuova perizia psichiatrica.

«Nessuno vuole negare la responsabilità degli imputati» viene assicurato. In primo grado Paola, Silvia e Mirto sono stati dichiarati capaci di intendere e volere, ma la nuova perizia, secondo i difensori, servirebbe per provare ad individuare le responsabilità dei singoli in un omicidio commesso dal gruppo, risultato coeso in ogni fase. Preparatoria ed esecutiva. Il processo non si concluderà in un’unica udienza in quanto uno dei tre avvocati degli imputati ha avanzato richiesta di legittimo impedimento e quindi non potrà intervenire. Parleranno l’accusa e poi le parti civili. 

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