Cronaca

Garlasco, si indaga anche sui conti degli ex carabinieri

Domani l’ex procuratore Venditti sarà davanti ai giudici del Riesame di Brescia, a cui ha fatto ricorso contro le perquisizioni e i sequestri di fine settembre
L'ex procuratore di Pavia Venditti domani sarà davanti ai giudici del Riesame - Foto Ansa/Paolo Torres © www.giornaledibrescia.it
L'ex procuratore di Pavia Venditti domani sarà davanti ai giudici del Riesame - Foto Ansa/Paolo Torres © www.giornaledibrescia.it
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Sarà in aula domattina davanti ai giudici del Riesame di Brescia Mario Venditti, l’ex procuratore di Pavia accusato di corruzione in atti giudiziari per aver preso – questa l’ipotesi – tra i 20 e i 30mila euro per scagionare Andrea Sempio con la richiesta di archiviazione del 2017. Si indaga anche su sospetti versamenti di denaro su conti di ex carabinieri nel filone bresciano del caso Garlasco.

I bonifici

Indagine che, tra l’altro, si interseca pure con quella sul cosiddetto «sistema Pavia» e sulla «squadra» di ex militari che avrebbe fatto capo a Venditti e all’allora pm pavese Pietro Paolo Mazza. Da un’integrazione di testimonianza dell’ex carabiniere Giuseppe Spoto, colui che nella prima indagine sull’amico del fratello di Chiara Poggi si occupò delle intercettazioni, risulta, infatti, che il Nucleo investigativo dei carabinieri di Milano e gli investigatori della Guardia di Finanza di Brescia hanno chiesto conto di depositi anche cash su un suo conto nel 2017.

In prima battuta di un bonifico di aprile di quell’anno da mille euro con la causale «regalo per Giuseppe». Spoto, sentito come teste non indagato il 26 settembre, ha risposto: «Credo sia un bonifico di mia moglie per pagare le spese legali per un procedimento (...) per il quale sono stato assolto». Poi, il 16 giugno lo stesso ex militare versò mille euro su quel conto. Gli investigatori hanno fatto domande per cercare di capirne la provenienza. «Posso solo pensare – ha messo a verbale Spoto – che fossero somme sempre per pagare le spese legali (...) che forse mi siano stati dati dei soldi da qualcuno della mia famiglia e che io poi ho versato sul conto (...) non ricordo come avvenne il versamento». E l’ex militare, sempre a domanda specifica, ha riferito di «non ricordare» se altre volte in quel periodo avesse «depositato somme in contanti».

Al Riesame

Intanto, domani mattina è prevista l’udienza al Riesame di Venditti, a cui ha fatto ricorso contro le perquisizioni e i sequestri, pure del telefono, di fine settembre. Serve ora, infatti, per la difesa dell’ex magistrato antimafia, un «pronunciamento utile anche ad interrompere» una «distorsione della funzione requirente», che finora, tra Pavia e Brescia con indagini intrecciate, ha «profuso una dispendiosa attività investigativa di parte in aperto contrasto con un giudicato dello Stato», ossia la condanna definitiva di Alberto Stasi del 2015, «per inseguire e sperare in un pur legittimo, ci mancherebbe, interesse processuale esclusivamente privato», ossia della difesa dell’ex bocconiano.

«L’indagine su Sempio a Brescia»

Andrea Sempio esce dalla caserma dei Carabinieri Montebello - Foto Ansa/Matteo Corner © www.giornaledibrescia.it
Andrea Sempio esce dalla caserma dei Carabinieri Montebello - Foto Ansa/Matteo Corner © www.giornaledibrescia.it

Il legale Aiello – che potrebbe ricorrere al Riesame bresciano anche per la posizione di Venditti nel «sistema Pavia», dove è indagato per corruzione e peculato – ha inviato, tra l’altro, una lunga nota alle Procure generali di Milano e Brescia, alle Procure di Pavia e Brescia e al gip pavese Daniela Garlaschelli per sostenere che anche la nuova indagine su Sempio per l’omicidio di 18 anni fa dovrebbe essere trasmessa a Brescia, assieme alla posizione di Venditti. E ciò perché si tratta del «contenitore nell’ambito del quale è stata rinvenuta» la presunta prova dell’ipotesi corruttiva dell’ex toga e, dunque, «è tutto connesso».

La posizione di Lovati

Formalmente, però, un’istanza difensiva sulla competenza ad indagare dovrebbe arrivare dai legali di Sempio, i quali al momento non hanno intenzione di fare mosse di questo genere. Un collegio difensivo che potrebbe presto perdere Massimo Lovati, dopo il contrasto con il suo assistito a causa delle dichiarazioni del legale in un format di Fabrizio Corona. Lovati, che è «amareggiato», per difendersi da contestazioni disciplinari, ma pure dalla chiusura indagini scaturita per sue affermazioni contro il professor Angelo Giarda, che assisteva Stasi e morto nel 2021, ha nominato l’avvocato Fabrizio Gallo. E ha chiesto di essere interrogato dal pm per quell’accusa di diffamazione.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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