Morte Bozzoli, chiusa l’inchiesta bis: Oscar Maggi accusato di concorso in omicidio
Ora avrà 45 giorni di tempo per farsi ascoltare o per depositare una memoria scritta. Anche se a metà dicembre quando era stato convocato in procura si era avvalso della facoltà di non rispondere. La posizione di Oscar Maggi adesso si fa però sempre più delicata. Perché rischia il processo.
Il procuratore aggiunto Silvio Bonfigli ha infatti firmato e notificato nelle scorse ore all’ex operaio della Bozzoli la chiusura delle indagini bis sulla morte dell’imprenditore titolare della fonderia di Marcheno. Maggi è accusato di concorso nell’omicidio di Mario Bozzoli.
«Hanno adagiato il corpo di Mario sulla superficie di un bagno di metallo fuso nel forno dove Maggi era addetto ottenendo la carbonizzazione del corpo. Maggi si è poi adoperato a riattivare l’impianto andato in blocco dopo la fumata anomala», recita il capo di incolpazione nei confronti di Maggi che era già stato indagato a dicembre 2015 con Giacomo e Alex Bozzoli e con il senegalese Abu. A processo finì però solo Giacomo, nipote della vittima, condannato all’ergastolo in primo e secondo grado e ora in attesa di conoscere la data dell’udienza in Cassazione.
Si riaccendono i riflettori della giustizia anche per Abu e Alex Bozzoli per i quali la Procura ha chiuso le indagini per falsa testimonianza resa durante il processo di primo grado davanti alla Corte d’Assise. Per Maggi invece il quadro accusatorio è ben più pesante. Gli inquirenti ritengono infatti che abbia materialmente partecipato all’omicidio di Mario Bozzoli, avvenuto nella fonderia di Marcheno l’8 ottobre 2015 con il corpo dell’imprenditore, gettato, secondo la ricostruzione avvallata da due Corti, nel forno che proprio per l’inserimento del corpo mandò in blocco l’aspiratore, generando una fumata.
Le parole di Maggi
«Un orario definitivo non posso darlo, perché noi giustamente lavorando parecchie ore l’orologio non ce l’avevamo, almeno io l’orologio al polso non ce l’avevo. Comunque presumo per le sette, sei e mezza, sette e un quarto, non so darle un orario», disse Oscar Maggi in merito all’ultima volta in cui aveva visto Mario Bozzoli, quando venne sentito come testimone nel processo di primo grado a Giacomo. Venne sentito anche sulla famosa fumata anomala delle 19.22 dell’8 ottobre 2015.
«Un orario preciso in cui è avvenuta non lo ricordo, comunque presumo dalle sette alle otto, in questo arco di tempo. Io Mario l’ho visto prima della fumata, non dopo», fece mettere a verbale Maggi. «Io – proseguì nel racconto – non ho fatto niente. Ho visto l’impianto, cioè ho visto il fumo uscire, sono andato nel reparto dove c’è il macchinario che fa ripartire gli impianti. Però prima di farlo ripartire l’impianto... cioè il motore deve fermarsi e comunque ci vuole un po’ di tempo prima di fare attivare il tutto. Dunque il fumo che c’era in fonderia era tantissimo».
A quel punto l’accusa chiese: «Mentre lei era intento a sbloccare i filtri ha sentito se Ghirardini buttava con la ruspa del materiale dentro?» «Sì, che buttava, che gettava dentro qualcosa, del materiale», la risposta di Maggi. Per chi indaga è la fase finale dell’omicidio di Mario Bozzoli.
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