Non solo la Sarneghera, le leggende del Sebino

La Redazione Web
Proprio qui J.L. Crellin ha ambientato «She left no note», opera prima dell’autrice di Worcester
Una vista del lago d'Iseo - © www.giornaledibrescia.it
Una vista del lago d'Iseo - © www.giornaledibrescia.it
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Le acque tranquille ma profonde, le cime delle valli intorno, i borghi in pietra e il molo. Sin da quando l’uomo ha coscienza è rimasto affascinato dalla melanconia del lago d’Iseo. Che – come solo alcuni dei bacini lacustri sanno fare – è avvolto da miti, leggende e misteri. Proprio qui J.L. Crellin ha ambientato «She left no note», opera prima dell’autrice di Worcester (in italiano «Senza una parola. I misteri del lago d’Iseo»).

La Sarneghera

Ma il Sebino accoglie tante leggende. La più diffusa è quella della Sarneghera: una giovane di Montisola, promessa sposa di un nobile della Franciacorta, non ne voleva proprio sapere di sposare il signorotto. Ogni giorno si recava a Sensole, dove specchiandosi nelle acque del lago piangeva il proprio dolore.

Un giorno ebbe un mancamento e cadde in acqua: fu un giovane pescatore di Sarnico, che passava di lì per caso, a salvarle la vita. Un eroico gesto che fece scoccare l’amore. Ma il padre della giovane scoprì tutto, rinchiuse la ragazza nel castello e fece uccidere il pescatore, annegandolo nel lago. La ragazza decise di unirsi al destino dell'amato, gettandosi nelle acque del Sebino per ricongiungersi al suo amato pescatore. Nasce così la Sarneghera, una tempesta violenta sulla Franciacorta scatenata dai due giovani annegati che ancora si cercano sul fondo del lago per incontrarsi e abbracciarsi.

Una leggenda bergamasca

Un’altra leggenda arriva dalla sponda bergamasca, dove sorgeva un piccolo paese con una graziosa chiesetta con un bel campanile in cui gli abitanti erano arroganti, litigiosi ed egoisti. Il parroco non sapeva cosa fare e passava le notti in preghiera. Un angelo gli venne in aiuto dicendogli di costruire una campana più grande. Lui lo fece. Ma la campana continuò a suonare invano. Consumò tutte le forze per tirare ininterrottamente il canapo. Poi cadde esausto e spirò. Ma il suono penetrante della campana aveva compromesso la stabilità dell’enorme costone di roccia sovrastante il paese e nella notte una frana gigantesca travolse l’intero villaggio.

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