CronacaGarda

Narcotraffico, accusato anche un agente della Locale di Desenzano

Avrebbe aiutato il gruppo che importava cocaina: contestato anche lo spaccio
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Agente della Locale accusato di narcotraffico
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È il classico insospettabile. E per questo scelto da chi di professione vive nell’illegalità. Agente di Polizia locale, dipendente pubblico, «un grande lavoratore» stando al racconto di colleghi e conoscenti. Eppure secondo gli inquirenti, dietro la divisa avrebbe avuto una doppia vita. Copriva il gruppo accusato di importare a Brescia tonnellate di cocaina, informava sui controlli delle altre forze di Polizia e spacciava lui stesso. Avrebbe anche partecipato ad un furto da 48mila euro. 

Chiusura indagini

Sono queste le contestazioni mosse dalla Procura di Brescia nei confronti di un 47enne di origini napoletane, agente di Polizia locale a Desenzano del Garda e ora – dopo essere stato raggiunto un mese fa dalla «misura interdittiva dal pubblico esercizio quale agente di Polizia locale» – distaccato all’ufficio attività produttive dello stesso Comune. Il suo nome compare con altri 21 nell’avviso di conclusioni indagini firmato dal sostituto procuratore dell’antimafia Erica Battaglia, titolare di un’inchiesta sul narcotraffico gestito da clan albanesi, in grado di movimentate partite di stupefacente da 300mila euro in contanti che di notte venivano portati in auto in Albania, e che poteva contare su collegamenti internazionali in Belgio, Olanda e Germania.

Brescia-Albania

Si parla di intere famiglie, padre e figli, ma anche mogli e nuore, capaci di gestire il traffico di droga, che non si sarebbe spezzato nemmeno quando il presunto capo clan è finito in carcere a Padova, arrestato – dopo otto anni di latitanza tra Brescia e Bergamo – dai carabinieri bresciani. «Anche dalla cella ha continuato a dirigere le operazioni e impartire ordini tramite un telefono in suo possesso» hanno stabilito i militari in un’informativa di 1.200 pagine.

Movimentazioni di soldi e droga dimostrate da centinaia di intercettazioni agli atti, «assolutamente necessarie – scrive chi indaga – per penetrare l’agire un’organizzazione criminale strutturata e professionale che risulterebbe altrimenti impenetrabile, se non indagate attraverso captazioni telefoniche e telematiche».

Le accuse

E a proteggere il gruppo ci sarebbe stato proprio l’ex agente di polizia locale di Desenzano, accusato di favoreggiamento e rivelazione di atti coperti da segreto. Ben consapevole dell’attività di narcotraffico del gruppo albanese avrebbe avvisato i vertici di «tutte le indagini in corso nei confronti degli stessi». La Procura contesta al 47enne che lavora in Comune a Desenzano, anche il reato di spaccio (hashish in particolare), e pure il furto aggravato. Sarebbe stato la mente di un colpo da 48mila euro in contanti rubati il 27 febbraio da due suoi presunti complici dall’auto di un uomo che aveva un compito preciso: era uno spallone che tutte le settimana trasportava da Brescia alla Svizzera il denaro ricavato da un giro di fatture false. 

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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