Museo di scienze naturali, le associazioni: «Noi senza una casa, la Loggia agisca»

Stefano Zanotti
I gruppi scientifici: «L’edificio è abitabile soltanto al 10% perché non sembra avere le caratteristiche antisismiche adeguate e non ha un direttore»
L’edificio situato in via Ozanam - © www.giornaledibrescia.it
L’edificio situato in via Ozanam - © www.giornaledibrescia.it
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Una storia lunga vent’anni. Una storia destinata a durare ancora parecchio e senza nessun tipo di conclusione (piacevole o meno) all’orizzonte. Il Museo di storia e scienze naturali rischia di diventare un caso in città: più il tempo passa, infatti, più le possibilità di raggiungere una soluzione pacifica tra le associazioni che lo abitano (o meglio lo abitavano) e l’Amministrazione comunale si riducono.

L’Ufficio di presidenza della Consulta per l’ambiente, gli Amici del Museo di scienze naturali e il Centro studi naturalistici bresciani hanno preso nuovamente posizione sul tema e nei prossimi giorni proveranno a contattare la sindaca Laura Castelletti per discutere della questione.

La situazione

«Siamo al 10% dell’abitabilità teorica perché da quello che sappiamo il Museo non sembra avere le caratteristiche antisismiche adeguate - sottolinea Carlo Colosini, presidente del Centro studi naturalistici bresciani -. La struttura si sta lentamente lasciando andare e non capisco perché non si vogliano investire risorse: l’Amministrazione ragiona sulle tematiche ambientali ma non tiene in considerazione il museo, inoltre ci hanno promesso un incontro che non c’è mai stato».

La vicenda

Due anni fa era stato presentato un progetto - dal valore di 44 milioni di euro - che prevedeva la costruzione di un nuovo museo, totalmente rinnovato e molto moderno. L’idea non ha però mai convinto le associazioni scientifiche che vivono la struttura: a loro avviso loro sarebbero stati inutili bar, ristoranti e attrazioni a discapito delle collezioni.

Un problema che comunque non si è verificato, visto che il progetto è stato poi abbandonato o perlomeno è bloccato in attesa di trovate i fondi.

«Siamo l’unica provincia senza un museo di scienze naturali - spiega il vicepresidente del Centro studi naturalistici bresciani Mario Grottolo -. C’è molta attività di ricerca, ma manca un centro che unisca le varie anime: questo è un vero dramma perché mancano sempre più ricercatori e così è veramente difficile trasmettere la passione alle nuove generazioni. Si fa un danno alla cittadinanza: molte delle nostre collezioni finiranno nei musei di Bergamo o Verona, esclusivamente perché non si vuole investire in un determinato tipo di cultura».

La gestione

C’è poi un grosso problema legato alla gestione del Museo e alle figure che dovrebbero occuparsi della sua conduzione. «Non ho nessuna animosità nei confronti del Comune, ma ha proceduto in modo irragionevole - evidenzia Mario Capponi, presidente degli Amici del Museo di scienze naturali -. Non ci si deve preoccupare della bellezza esteriore del museo. I passi devono essere svolti con senso logico - conclude Capponi -: prima si nomina un direttore, poi con i conservatori si ragiona per capire cosa conservare e alla fine si trova un contenitore adatto».

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