Michele Dancelli, il funerale: «Vincente anche al traguardo della vita»

A Castenedolo una folla di campioni e gente comune ha dato oggi l’ultimo saluto all’indimenticabile ciclista bresciano. «La sua esistenza come una corsa a tappe»
  • I funerali del ciclista Michele Dancelli a Castenedolo
    I funerali del ciclista Michele Dancelli a Castenedolo
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    I funerali del ciclista Michele Dancelli a Castenedolo
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Una folla di campioni e gente comune ha dato oggi l’ultimo saluto a Michele Dancelli. Nella parrocchiale di Castenedolo, paese in cui nacque 83 anni fa, si sono svolti i funerali dell’indimenticabile campione bresciano, capace di imprese impossibili come vincere la Milano Sanremo nel 1970 da solo contro tutto il gruppo che lo inseguiva per chilometri.

A rendere l’omaggio al ciclista di Castenedolo sono arrivati anche personaggi e storici sponsor del ciclismo, da Ernesto Colnago, presente nonostante le 93 primavere, Salvarani, Molteni, la famiglia Lucchini da sempre suoi primi tifosi, e poi il campione rivale e amico al tempo stesso Gianni Motta per non parlare dei ciclisti e campioni bresciani: da Mario Anni fidato gregario e amico fraterno di Michele, Davide Boifava, e poi ancora Bruno Leali, Fausto Bertoglio, Renato Bongioni, Fabio Bordonali, Mino Denti, Angelo Tosoni, Nicola Ruffoni, Luciano Bracchi, Giuseppe Martinelli e tanti tantissimi altri.

  • Michele Dancelli: una vita in bicicletta
    Michele Dancelli: una vita in bicicletta - Michele Dancelli: una vita in bicicletta
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«La vita di Michele è stata un po’ come una corsa a tappe – ha ricordato nell’omelia il parroco di Castenedolo – con salite e discese, momenti di gloria come le vittorie e altri più bui segnati dalla sofferenza. Gli ultimi capitoli sono stati senza dubbio i più difficili, quelli della malattia e della sofferenza ma alla fine è arrivato al traguardo con le braccia alzate». Ci piace ricordarlo così.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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