Metrotramvia del Garda, scelto il tracciato: serviranno 722 milioni
C’è un tracciato che unisce Brescia a Villanuova, corre accanto ai centri abitati, promette di liberare le strade dai veicoli privati e restituire tempo a chi ogni giorno lo perde nel traffico. Una linea immaginaria lunga quasi 22 chilometri, con undici fermate e una visione: la metrotramvia veloce del Garda.
Con l’Università Statale
Lo studio di prefattibilità, presentato ieri in Broletto ai Comuni coinvolti, ha già una forma chiara, una direzione definita e un’analisi costi-benefici che lo accredita come investimento sostenibile. A firmarlo è l’Università di Brescia, con il coordinamento di Giulio Maternini e Benedetto Barabino, in collaborazione con la Provincia, il Comune di Brescia e numerose amministrazioni del territorio.
«Abbiamo condiviso con i Comuni una visione d’insieme – ha spiegato il vicepresidente della Provincia Fabio Rolfi – per una delle aree più trafficate e densamente abitate della provincia, dove manca una vera infrastruttura di trasporto pubblico su cui costruire una mobilità alternativa strutturata e duratura». Il tracciato scelto – l’«Alternativa 1» tra le otto analizzate – collega Brescia a Villanuova attraversando Rezzato, Mazzano, Nuvolera, Prevalle, Paitone e Gavardo. Si sviluppa su sede protetta, a trazione elettrica, con una velocità commerciale stimata attorno ai 45 chilometri orari. Prevede 11 stazioni, un deposito, parcheggi di interscambio e un’estensione possibile verso Salò e Vestone.

I costi
L’investimento stimato è di 722 milioni di euro, distribuiti su cinque anni. Le voci principali riguardano opere civili e tecnologie (487 milioni), veicoli (118 milioni) e impianti elettrotramviari. I costi di esercizio annui sono stimati tra 8,9 e 12,6 milioni. Nel primo anno di attività si prevedono oltre dieci milioni di passeggeri, in gran parte trasferiti dall’auto e dal trasporto su gomma.
L’analisi economica conferma la solidità del progetto: saldo positivo sia nello scenario ottimistico (+214 milioni di euro) sia in quello prudente (+24 milioni), con rapporto costi-benefici sempre superiore a uno e tasso interno di rendimento sopra la soglia di riferimento.
Una visione
«Non è solo un tracciato ferroviario – ha osservato Paolo Fontana, consigliere provinciale alla viabilità –, ma l’espressione concreta di una visione: un territorio in cui i collegamenti sono progettati in modo integrato, sostenibile, al servizio della qualità della vita». Una lettura condivisa anche dai responsabili dello studio: «È una soluzione concreta e sostenibile per affrontare il nodo strategico della mobilità tra città e hinterland – hanno dichiarato Maternini e Barabino –. Un’opera di interesse pubblico che meriterebbe attenzione da parte di enti europei, nazionali e regionali».
Dal territorio arrivano segnali di apprezzamento. «È una visione che risponde a una necessità reale – ha spiegato Fabrizio Ghidinelli, assessore alle Attività produttive di Gavardo –. Lo studio è solido, sostenibile, e se gli enti sapranno fare squadra potrà passare presto alla fase successiva. La metrotramvia non sostituisce i potenziamenti di cui ha bisogno la 45 bis: si muove su un piano diverso, quello del trasporto pubblico, con una funzione autonoma ma complementare».
«Siamo in una fase embrionale – ha aggiunto Rolfi –. Non è una suggestione, ma un approfondimento avanzato, anche se non ancora completo. I numeri potranno variare, ma la fotografia è chiara. Ci siamo aggiornati a settembre per valutare l’aggiornamento del protocollo firmato anni fa, che aveva come obiettivo proprio lo studio di prefattibilità. Ora potremmo rinnovarlo con un nuovo accordo di collaborazione per cofinanziare il passaggio successivo: quello verso uno studio di fattibilità vero e proprio».
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