Il documentario che racconta la storia di Zanella e Ca’ del Bosco

Girato sulle colline di Erbusco, ripercorre i primi passi di una cantina oggi considerata un riferimento del metodo classico italiano
Un frame tratto da documentario che racconta la cantina Ca' Del Bosco
Un frame tratto da documentario che racconta la cantina Ca' Del Bosco
AA

Una punizione diventata destino, un ragazzo di 16 anni spedito in Franciacorta senza volerci stare e una casa isolata tra i boschi. Da questo inizio inatteso nasce la storia di Maurizio Zanella e di Ca’ del Bosco, al centro di una nuova puntata prodotta da Chapeau Media.

Dagli inizi

Il documentario, girato sulle colline di Erbusco, ripercorre i primi passi di una cantina oggi considerata un riferimento del metodo classico italiano. Un percorso iniziato negli anni Settanta in una cascina e approdato a un’azienda da oltre 52 milioni di euro di fatturato, con una crescita dell’export e una reputazione costruita in mezzo secolo di scelte controcorrente.

Il cuore del racconto è l’adolescenza di Zanella, mandato dal padre «per rimetterlo in riga» in una zona che non era ancora la Franciacorta di oggi. La vita in quella casa nel bosco, l’arrivo nella famiglia Gandossi, il lavoro nei campi, la moto vinta per caso che gli permise di esplorare il territorio, fino al viaggio in Borgogna e Champagne che gli cambiò la visione del vino. Nessuna tradizione alle spalle, nessun progetto industriale: solo l’idea che anche la provincia di Brescia potesse competere con i grandi vini francesi.

I temi

Zanella ricorda il primo finanziamento ottenuto grazie a uno stratagemma del padre, la costruzione della cantina senza competenze, l’arrivo dell’enologo francese André Dubois che, il primo giorno, gli suggerì di buttare tutto e ricominciare. Racconta le prime bottiglie portate nei ristoranti milanesi, accolte con scetticismo, e il rapporto decisivo con Luigi Veronelli, che lo sostenne sin dagli esordi.

Il documentario ripercorre anche le battaglie che hanno definito la Franciacorta contemporanea: dalla lotta contro l’obbligo di usare la parola «spumante» alle degustazioni alla cieca organizzate all’estero, fino all’ottenimento della Docg nel 1995. Zanella non elude nemmeno le crisi, come la gelata del 2017 che distrusse il 64% della produzione, né le scelte impopolari: la conversione al biologico e il lavaggio dell’uva, pratica allora giudicata eretica e oggi imitata in tutta Europa.

Al centro resta la riflessione personale: l’aver dedicato la vita a un luogo che inizialmente non aveva scelto, l’orgoglio di aver contribuito a definire un territorio e la convinzione che la Franciacorta abbia ancora molto da dire. «Volevo solo andare via, poi ho capito che questa terra ti prende», afferma Zanella.

Il progetto

La puntata si inserisce nel progetto di Chapeau Media, media company documentaristica indipendente fondata nel 2024 da Filippo Carabelli, Giacomo Luppi, Pietro Santini e Simone Roccoli. Ogni martedì il gruppo pubblica su YouTube un nuovo episodio dedicato all’imprenditoria italiana, raccontata senza retorica.

«Raccontare Ca’ del Bosco – commenta Carabelli – significa raccontare la Franciacorta: una storia di identità e ostinazione».

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

Iscriviti al canale WhatsApp del GdB e resta aggiornato

Icona Newsletter

@I bresciani siamo noi

Brescia la forte, Brescia la ferrea: volti, persone e storie nella Leonessa d’Italia.

Suggeriti per te

Caricamento...
Caricamento...
Caricamento...